Pechino rifiuta le scuse a Tokyo per le manifestazioni violente

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Cresce la tensione fra Cina e Giappone dopo settimane di manifestazioni che hanno preso di mira ambasciata, consolati, negozi e  persone giapponesi.

Ieri, in un incontro con il ministro degli esteri Nobutaka Machimura,  il governo cinese non si è scusato per le violenze. Il ministro degli esteri cinese, Li Zhaoxing, ha anzi affermato che è il governo giapponese ad offendere il popolo cinese con le sue posizioni favorevoli  a Taiwan, criticando la situazione dei diritti umani in Cina e travisando la storia nei libri di testo.

Il vice ministro cinese Wu Dawei ha detto che i rapporti diplomatici tra i due stati sono al livello peggiore della loro storia, iniziati nel 1972.

Li Zhaoxing ha però assicurato che il suo governo ha provveduto alla protezione delle sedi diplomatiche giapponesi, dei commerci e degli altri interessi nipponici.

Ma il ministro Machimura ha evidenziato la mancanza di adeguate misure di sicurezza. Sulla polemica legata ai libri di testo che minimizzano le atrocità dell'esercito giapponese in Cina, Tokyo osserva che i libri contestati sono curati da società private e che ogni distretto scolastico sceglie liberamente quei testi fra tanti. Finora solo 18 scuole hanno adottato i testi incriminati.

Domenica sono proseguite le manifestazioni di piazza, in diverse città. Oltre 10 mila manifestanti a Shenzhen, ma anche a Shenyang, Zhuhai, Dongguan, Chengdu e altrove. La polizia ha presidiato le sedi diplomatiche giapponesi, ma ha lasciato sfogare la folla contro negozi, ristoranti e automobili giapponesi. I giornali giapponesi osservano che il governo cinese tollera le manifestazioni e non impedisce gli atti violenti, come se nel paese non ci fosse la capacità di far osservare le leggi e l'ordine sociale. (PB)