Lo Sri Lanka "rifiuta" la risoluzione Onu sui crimini di guerra
di Melani Manel Perera
Il Paese non aiuterà il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc) a condurre le indagini. L'Alto commissario ha detto che il suo ufficio condurrà comunque l'inchiesta. Soddisfatti della risoluzione gli attivisti per i diritti umani in Sri Lanka.

Colombo (AsiaNews) - Lo Sri Lanka è contrario alla nuova risoluzione adottata dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite (Unhrc) e non offrirà alcuna forma di assistenza e sostegno alle indagini. Lo ha annunciato Mahinda Samarasinhe, inviato speciale del presidente Mahinda Rajapaksa a Ginevra. Navi Pillay, Alto commissario Onu per i diritti umani, ha dichiarato che se Colombo rifiuta di collaborare il suo ufficio condurrà l'inchiesta fuori dal Paese.

Adottata il 27 marzo scorso e promossa dagli Stati Uniti, la risoluzione è il terzo provvedimento che chiede allo Sri Lanka di fare chiarezza sui presunti crimini contro l'umanità avvenuti durante la guerra civile e sulle violazioni ai diritti umani ancora in corso. Il provvedimento è passato con 23 voti favorevoli, 12 contrari e 12 astenuti.

Intanto, attivisti dentro e fuori lo Sri Lanka accolgono in modo favorevole il passaggio della risoluzione. Ad AsiaNews Nimalka Fernando (v. foto), cristiana impegnata nella difesa dei diritti umani, afferma: "La risoluzione è una vittoria per le vittime che hanno subito un trattamento indegno da parte del regime di Mahinda Rajapaksa. Ed è importante anche notare che tra i Paesi dell'Asia solo Pakistan, Cina e Vietnam hanno votato contro la risoluzione: nazioni che violano i diritti umani delle loro minoranze".