Kerry rinuncia ad andare a Ramallah, appeso a un filo il negoziato tra Israele e Palestina
La decisione del segretario di Stato Usa dopo la decisione di Abbas di chiedere l'ammissione della Palestina a 15 agenzie dell'Onu. L'annuncio viola l'accordo sui colloqui, ma i palestinesi accusano gli israeliani di aver rotto per primi il patto, non liberando un gruppo di prigionieri.

Washington (AsiaNews/Agenzie) - Si sono bloccati I colloqui di pace tra israeliani e palestinesi promossi dagli Stati Uniti. Il segretario di Stato John Kerry ha infatti annunciato ieri che non andrà, come previsto, a Ramallah, dove era in programma un incontro con il presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Origine immediata della decisione l'iniziativa di Abbas di chiedere, ieri, l'ammissione dello "Stato di Palestina" a 15 agenzie dell'Onu. L'annuncio della decisione è stato dato in televisione dallo stesso presidente palestinese. "La leadership palestinese - ha detto - ha approvato all'unanimità la decisione di chiedere l'adesione a 15 agenzie delle Nazioni Unite e dei trattati internazionali, a cominciare dalla Quarta Convenzione di Ginevra". "Le richieste saranno inviati immediatamente".

L'annuncio di Abbas viola l'accordo preso nel luglio scorso, in base al quale durante i nove mesi dei colloqui - che dovevano terminare a fine aprile - i palestinesi si sarebbero astenuti dal chiedere l'adesione a organismi internazionali e a perseguire un'azione legale contro Israele, mentre lo Stato ebraico avrebbe liberato un gruppo di prigionieri palestinesi condannati a lunghe pene detentive. I palestinesi dicono che un quarto gruppo di prigionieri avrebbe dovuto essere rilasciato entro la fine di marzo e così non è stato. Ad aggravare la situazione, dal punto di vista palestinese, la decisione israeliana, denunciata da Peace Now, di dare il via all'appalto per la costruzione di 708 case nella colonia di Gilo a Gerusalemme Est.

Nel commentare ieri sera la sua decisione di non andare a Ramallah, Kerry - che da settimane stava cercando di convincere entrambe le parti a proseguire i negoziati diretti oltre il 29 aprile - ha esortato "entrambe le parti a dar prova di moderazione" e ha sostenuto che "è del tutto prematuro dare un giudizio definitivo sugli eventi di oggi e a che punto sono le cose. Questo è un momento per essere davvero lucidi e assennati su questo processo". Funzionari americani  hanno poi fatto sapere che Kerry dopo l'annuncio di Abbas aveva parlato col premier israeliano Netanyahu e prevedeva di chiamare il leader palestinese

Il negoziato promosso dagli Stati Uniti appare ora a grande rischio. Il progetto era di concluderlo entro il 29 aprile con un'"intesa complessiva per porre fine al conflitto", secondo le parole del presidente Obama. Ma nessun accordo è stato raggiunto e ora sembra difficilissimo anche arrivare a un prolungamento delle trattative.