Uzbekistan, punito anche chi prega in casa

Tashkent (AsiaNews/Forum 18) – In Uzbekistan l'attività religiosa non registrata è illegale e i credenti vengono spesso puniti anche se si incontrano per pregare o meditare in abitazioni private.

Tutte le comunità religiose sono controllate dal governo, soprattutto quelle islamiche. I musulmani membri di gruppi non registrati sono trattati con speciale durezza, arrestati e detenuti - anche per anni. Sono accusati di "aver attentato ai principi costituzionali dello Stato" oppure di  "aver creato un'associazione criminale". E' però in pratica impossibile ottenere la registrazione per i nuovi gruppi religiosi.

L'attività missionaria è proibita, come pure il proselitismo religioso: entrambe le attività sono punite con severe multe o con il carcere. Per insegnare religione occorre una licenza statale, la letteratura religiosa viene censurata dal governo e ne è proibita l'importazione.

Lo Stato controlla persino il numero dei musulmani che vanno in pellegrinaggio alla Mecca. Nel 2005 il Comitato per gli affari religiosi ha permesso a solo 4.200 uzbeki di compiere il pellegrinaggio: lo avevano chiesto 6.000 persone. I pellegrini non possono viaggiare con mezzi propri, ma debbono usare le linee aeree uzbeke per Medina, e sono obbligati a partire in un unico gruppo.

L'Uzbekistan ha circa 26 milioni di abitanti: l'88% della popolazione è musulmana (a maggioranza sunnita), il 9% è ortodossa ed il restante 3% di varie religioni. I cattolici sono 4 mila. (PB)