Gesuita indiano rapito in Afghanistan, "una vita al servizio degli emarginati"
di Nirmala Carvalho
P. Victor Edwin sj, originario del Tamil Nadu come la vittima, racconta ad AsiaNews il lavoro di p. Alexis Prem Kumar sj tra i rifugiati srilankesi nel sud dell'India e i dalit. Secondo la polizia afghana sei uomini armati hanno rapito il gesuita, ma nessuno ha rivendicato il gesto, né chiesto il riscatto. Il Jesuit Refugee Service (Jrs) sospende le operazioni in Afghanistan. L'appello della famiglia di p. Alexis.

Kabul (AsiaNews) - "Una vita felice, spesa al servizio di Gesù per l'altro, in particolare gli emarginati e chi è privato della propria dignità umana". P. Victor Edwin sj, dottorando in Relazioni islamo-cristiane all'importante università islamica Jamia Islamia di New Delhi, descrive così ad AsiaNews p. Alexis Prem Kumar sj, il sacerdote rapito in Afghanistan il 2 giugno scorso, nella provincia di Herat. Sul sequestro non ci sono ancora novità: non è stato chiesto alcun riscatto e nessuno ha rivendicato il gesto.

Il vice capo della polizia di Herat, Mohammad Nadir Fahimi, ha riferito ai media locali che "sei uomini armati" hanno rapito il gesuita e potrebbero averlo portato nel distretto di Gulran. Il funzionario ha aggiunto che le autorità "stanno lavorando con gli anziani della zona" per cercare di mediare il suo rilascio. Fazelullah Wahidi, governatore della provincia di Herat, ha dichiarato: "Stiamo lavorando per portarlo in salvo".

P. Alexis Prem Kumar è il direttore della sezione afghana del Jesuit Refugee Service (Jrs), ong cattolica internazionale gestita dalla Società di Gesù. Al momento, il Jrs ha sospeso le sue attività in Afghanistan. P. Peter Balleis, sj, direttore internazionale della ong, si è detto "profondamente sconvolto dal sequestro", aggiungendo che "le nostre preghiere sono con lui, la sua famiglia e i suoi amici".

Originario di Devakkottai (distretto di Sivaganga, Tamil Nadu), p. Alexis Prem Kumar, 47 anni, è il più grande di cinque figli. Suo padre Anthony, 77, suo fratello Albert Manohar e sua sorella Elizabeth hanno chiesto l'intervento dei governi statale e centrale. "Parlavamo spesso con lui al telefono - ha raccontato Anthony, un insegnante in pensione - e ci diceva sempre di non avere problemi, né minacce, nonostante nella sua zona ci fossero dei militanti. Preghiamo tutti per un suo sicuro ritorno".

Ordinato sacerdote nel 2000, p. Alexis ha passato sette anni in Tamil Nadu con il Jrs, lavorando tra i rifugiati srilankesi nello Stato. P. Victor Edwin, anch'egli originario dello stesso Stato indiano, racconta ad AsiaNews: "P. Alexis ha diretto per sei anni il People's Education and Action di Kodaikanal (Peak), un centro sociale attraverso il quale ha migliorato i diritti umani dei profughi dell'insediamento di Paliyar".

Inoltre, ricorda p. Edwin, "nel villaggio di Puthupur ha sostenuto una grande protesta per fermare la discriminazione della comunità dalit, che non poteva attingere acqua dal pozzo locale. E proprio a Puthupur la notizia del suo sequestro ha sconvolto la popolazione, che ora vuole presentare una petizione al governo per favorire il suo salvataggio".

Da quattro anni è in Afghanistan.