Singapore punta ai turisti cinesi, approfittando del caos di Thailandia e Malaysia
La crisi politica a Bangkok e la misteriosa scomparsa del volo Malaysia Airlines hanno determinato un calo nelle visite dalla Cina. La città-Stato intende approfittarne e dar vita a un mercato proprio, staccato da Thailandia e Malaysia. Nel 2013 circa 2,27 milioni di turisti - su poco più di 15 milioni - a Singapore provenivano dalla Cina, 300 milioni il giro di affari.

Singapore (AsiaNews/Agenzie) - I vertici di Singapore stanno promuovendo una campagna rivolta al mercato cinese, per trasformare la città-Stato in un'ambita meta turistica e commerciale; il Paese del Dragone possiede infatti, almeno a livello potenziale, un enorme bacino di utenza dal quale attingere per rilanciare l'industria dell'accoglienza di Singapore. Soprattutto in questo periodo, in cui le nazioni confinanti nella regione sono in crisi per motivi diversi: la Thailandia in seguito al colpo di Stato dei militari, che hanno cacciato il governo, introdotto la legge marziale e il coprifuoco (poi allentato nelle principali destinazioni turistiche); e ancora, la Malaysia con cui Pechino è ai ferri corti dalla misteriosa scomparsa l'8 marzo scorso del volo Malaysia Airlines MH370, a bordo del quale vi erano in maggioranza cittadini cinesi. 

Il quotidiano singaporegno Straits Times riferisce che il turismo locale ha subito, di riflesso, la scarsa propensione dei turisti cinesi nelle ultime settimane a visitare la Malaysia e la Thailandia. Per questo le autorità hanno promosso una campagna da cinque milioni di yuan, in calendario fino al prossimo ottobre, per convincere i potenziali turisti del continente a visitare la sola Singapore. 

Dietro l'iniziativa vi sono l'operatore aeroportuale locale Changi Airport Group (CAG), assieme all'Ente del turismo di Singapore e il le agenzie di viaggio che promuovono gli scambi turistici fra Cina e Singapore. La crisi degli ultimi mesi è confermata dai numeri diffusi da Changi, secondo cui da gennaio e maggio 1,87 milioni di passeggeri hanno compiuto la rotta da e per la Cina, con un calo dell'1,7% rispetto all'anno precedente. 

Del totale di 15,5 milioni di turisti che hanno visitato la città-Stato lo scorso anno, oltre 2,27 provenivano dalla Cina; essi hanno speso un totale di quasi 300 milioni di dollari, diventando così i primi al mondo per volume di denaro versato nelle casse di Singapore. 

Analisti ed esperti di economia locale confermano che "ha senso" per i vertici di Singapore affrancarsi dai vicini - Malaysia e Thailandia su tutti - e dar vita a un proprio circuito turistico. Edward Chew, responsabile del settore Cina dell'Ente del turismo della città-Stato, conferma il trend in crescita di visitatori per la sola Singapore, che "si fermano anche più a lungo". Non avendo a disposizione spiagge bianche e acque cristalline come i Paesi vicini, Singapore offre però attrazioni di primo piano realizzate dall'uomo, come due casinò e il primo parco cinematografico del Sud-est asiatico. 

Più piccola di New York e priva di risorse naturali, la città-Stato ha registrato nel 2010 un Prodotto interno lordo (Pil) di 285 miliardi di dollari di Singapore (circa 231 miliardi di dollari Usa), con una crescita del 14,5%, il dato più significativo di tutta l'Asia. Tuttavia la ricchezza non è distribuita in modo eguale e il boom economico ha accentuato le disparità fra cittadini, con una crescita del coefficiente Gini - la misura della diseguaglianza di una distribuzione, ndr - che si attesta a 0,48 (nel 2000 era di 0,444) in un metro di riferimento tra 0 e 1 (disuguaglianza completa).