Dalla Chiesa indonesiana un impulso alla formazione permanente dei sacerdoti
di Mathias Hariyadi

A Yogyakarta, Java centrale, è iniziato un seminario di cinque settimane per 20 preti provenienti da tutto il Paese. Previsti interventi di teologi e docenti di alto profilo, visite alle parrocchie e ai centri islamici. Gesuita indonesiano: "La formazione è essenziale per ravvivare l’impegno missionario".

Jakarta (AsiaNews) - La formazione dei preti è necessaria per ravvivare il "vero spirito" della missione, per alimentare la passione e lo slancio dei primi tempi del sacerdozio e per aiutare gli uomini di Chiesa a ridurre gli sbagli che ciascuno commette nel proprio cammino. Per questo i vertici dell'episcopato indonesiano hanno promosso un corso di formazione della durata di cinque settimane, tuttora in corso a Yogyakarta, nella provincia dello Java centrale. Si tratta di un cambio radicale rispetto al passato, in cui il momento dell'ordinazione rappresentava la "vetta più alta" della formazione, al termine di un percorso fatto di noviziato, studi teologici e filosofici e l'anno di impegno pastorale. 

Errori ed episodi negativi di cattiva condotta hanno convinto i vescovi e la Chiesa indonesiana a promuovere momenti di formazione continui per i sacerdoti, in particolare i più giovani e soggetti a "cattiva condotta". Il corso di formazione riguarda almeno 20 sacerdoti, provenienti da diverse diocesi dell'arcipelago e ospitati nel centro dei gesuiti Pusat Pastoral Yogyakarta (Ppy). Esso ha preso il via la scorsa notte alla presenza dei vertici ecclesiastici di Semarang, fra cui l'arcivescovo mons. Johannes Pujasumarta, il superiore provinciale dei gesuiti p. Riyo Mursanto e il suo successore designato p. Sunu Hardiyanto. 

Intervistato da AsiaNews al termine della messa di apertura, p. Ignatius Madyautama - uno degli estensori del programma - sottolinea che il "progetto" è vitale per i giovani sacerdoti, per ravvivare la loro vocazione e servire al meglio la Chiesa. È la quarta volta dal 2010 che si tiene questo seminario intensivo di cinque settimane, al quale partecipano in qualità di relatori teologi di primo piano e docenti di alto profilo. 

P. JB Mardikartono, presidente di Ppy ed ex rettore del collegio di Sant'Ignazio a Yogyakarta, definisce "essenziale" il corso di formazione "per tutti i sacerdoti" indonesiani che possono così "ravvivare" il loro impegno missionario. Fra le varie iniziative in programma, la visita alle parrocchie per osservare "sul campo" l'opera pastorale e in alcuni centri islamici, per "allargare" l'orizzonte dei preti e favorire l'incontro e il dialogo interreligioso. 

In Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, i cattolici sono una piccola minoranza composta da circa sette milioni di persone, pari al 3% circa della popolazione. Nella sola arcidiocesi di Jakarta, i fedeli raggiungono il 3,6% della popolazione. La Costituzione sancisce la libertà religiosa, tuttavia la comunità è vittima di episodi di violenze e abusi, soprattutto nelle aree in cui è più radicata la visione estremista dell'islam, come ad Aceh. Essi sono una parte attiva nella società e contribuiscono allo sviluppo della nazione o all'opera di aiuti durante le emergenze, come avvenuto per in occasione della devastante alluvione del gennaio 2013.