L'Accademia cinese delle scienze deve obbedire al Partito. E anche i giornalisti...
di Wang Zhicheng
Diversi accademici appoggiano le riforme politiche. Il Partito si sente minacciato nel monopolio del potere e teme di finire come in Urss. Ai giornalisti รจ proibito passare notizie a media stranieri. Potranno essere incolpati di rivelare "segreti di Stato".

Pechino (AsiaNews) - Gli esperti che lavorano nell'Accademia delle scienze sociali devono essere valutati per la loro fedeltà all'ideologia comunista. Lo afferma il "Quotidiano del popolo", che sottolinea pure come l'Accademia "deve mettere l'ideologia come criterio per la valutazione dei quadri e quelli che violano la disciplina politica saranno allontanati senza eccezioni".

L'Accademia delle scienze sociali è il più qualificato think tank del governo, che suggerisce studi, mosse e valutazioni sulla situazione sociale e politica.  Negli ultimi tempi alcuni accademici si sono sempre più dichiarati a favore delle riforme politiche e della democrazia, distaccandosi dalla visione sempre più accentratrice del presidente Xi Jinping.

Nel giugno scorso, Zhang Yingwei, capo del Dipartimento della disciplina del partito comunista cinese presso l'Accademia, ha accusato l'istituto di essere "infiltrato da forze straniere" e di "mantenere collusioni politiche illegali in questo tempo molto delicato".

A causa delle pressioni sociali, il Partito si sente minacciato nella sua incontrastata leadership, con un timore crescente di fare la fine dell'Urss.

Alcuni giorni fa si è avuto anche un giro di vite anche per i giornalisti. L'Amministrazione statale dei media ha pubblicato un comunicato in cui si proibisce ad ogni giornalista a passare informazioni a media stranieri online o cartacei. Essi potrebbero essere accusati di "violazione di segreti di Stato" e perseguiti dalla legge. In questo modo, ai giornalisti cinesi viene proibito pure il lavorare per media stranieri come corrispondenti o come  collaboratori e freelance.