Emirati, in aumento i suicidi tra i migranti indiani
Tra le prime cause di morte, i problemi economici e il timore dell'umiliazione sociale per via di debiti con usurai. Nella prima metà del 2014 almeno 37 persone si sono tolte la vita. In genere sono membri della classe media che vivono al di sopra delle loro possibilità.

Mumbai (AsiaNews) - Almeno 37 cittadini di nazionalità indiana hanno commesso suicidio in sei dei sette Emirati Arabi Uniti nella prima metà del 2014. Il dato è stato diffuso dal consolato indiano a Dubai. Dal 2007 al 2013 sono stati registrati almeno 700 suicidi nella comunità indiana. Secondo il The National, quotidiano in lingua inglese di Abu Dhabi, dietro questi gesti estremi vi sarebbero problemi di natura economica.

I suicidi interessano Dubai e gli emirati del nord: Sharjah, Ajman, Fujairah, Umm al-Quuwain e Ras al-Khaimah. Questi sei, insieme ad Abu Dhabi, compongono lo Stato degli Emirati Arabi Uniti, che ospita circa 2 milioni di migranti indiani.

Secondo alcuni attivisti sociali, il timore di subire umiliazione sociale a causa di debiti o ritorsioni da parte di usurai può spingere le famiglie indiane della classe media a compiere gesti estremi. In molti casi si tratta di persone che tentano di vivere al di sopra delle loro possibilità, ma che finiscono con il rimanere stretti tra mutui bancari e carte di credito che non possono ripagare.

È esemplare il caso, avvenuto la settimana scorsa, del produttore cinematografico Santosh Kumar (v. foto). L'uomo e sua moglie avrebbero prima soffocato la loro bambina Gauri, 9 anni, per poi tagliarsi entrambi le vene. Dietro l'omicidio-suicidio vi sarebbero stati dei debiti.

Per fronteggiare questa emergenza, dal 2011 il consolato indiano e l'Indian Community Welfare Committee (Icwc) hanno messo a disposizione aiuti finanziari in oltre 500 casi, pagando tasse scolastiche, spese mediche, e comprando beni di base quando un'impresa aveva fallito. (NC)