Cotone in Asia centrale: povertà, degrado ambientale e sfruttamento della manodopera

Washington (AsiaNews/Agenzie) – L'industria del cotone in Uzbekistan, Tagikistan e Turkmenistan è tra i responsabili di stagnazione economica, degrado ambientale e si basa sullo sfruttamento di manodopera anche minorile. Lo denuncia l'International Crisis Group -un'organizzazione internazionale non-profit per la prevenzione dei conflitti - in un recente rapporto intitolato "La maledizione del cotone: la distruttiva monocoltura dell'Asia Centrale".

L'industria del cotone è fondamentale per l'economia di questi Stati dell'Asia centrale. L'Uzbekistan, ad esempio, è il quinto maggior produttore di cotone al mondo con un fatturato di circa 900 milioni di dollari Usa nel 2003.

Secondo il rapporto, però, nelle steppe poco fertili, "milioni di poveri contadini  lavorano per un salario minimo, o a volte nullo". Si tratta di lavoro svolto soprattutto da donne e bambini. Questi passano mesi nei campi: perdono le lezioni scolastiche, si ammalano, a volte muoiono. I giovani fuggono dalle coltivazioni, che non assicurano loro un futuro: i contadini non sono proprietari dei terreni che lavorano e non possono scegliere cosa coltivare o a chi vendere il raccolto. A causa di questa carenza di manodopera nel Turkmenistan il presidente Niyazov ha annunciato che questa estate i soldati dell'esercito saranno inviati a lavorare nei campi.

L'ICS denuncia anche che questo sfruttamento è reso possibile dalla complicità tra i governi locali e gli industriali e favorito dal silenzio della stampa controllata dalle autorità.

L'industria del cotone danneggia anche l'ambiente. Le piantagioni richiedono un'irrigazione intensiva e il mare Aral è stato prosciugato a causa di questo sfruttamento. La regione sta diventando un deserto salato.

Il cotone dell'Asia Centrale viene commerciato con le principali società dell'Europa e degli Stati Uniti. La produzione è finanziata da banche occidentali e il prodotto finale viene usato da rinomate aziende. Per tutelare queste popolazioni l'ICS propone una certificazione di provenienza del cotone. (PB)