Patriarca di Baghdad: Fraternità e solidarietà, unica via per superare il dramma irakeno
di Joseph Mahmoud

Messaggio di Mar Louis Raphael I Sako per la festa della Trasfigurazione, in cui si celebra la Giornata mondiale di preghiera per l’Iraq. Sua Beatitudine rilancia l’invito alla “fraternità” di Papa Francesco, per trasformare “menti e cuori”. I giovani di Baghdad pregano per Mosul. Continua l’avanzata dell’Isis nel Nord. Fonti Onu: luglio "mese tragico" per morti e feriti. La preghiera per la pace.

Baghdad (AsiaNews) - Nell'Iraq di oggi servono "fraternità e solidarietà", perché la "nostra tormentata nazione" possa "superare la crisi attuale", che ha "gettato migliaia di persone innocenti in grandi difficoltà, terribili sofferenze e insormontabili privazioni". È quanto afferma il Patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael I Sako, in un messaggio inviato ad AsiaNews e pubblicato in occasione della Giornata mondiale di preghiera per l'Iraq. L'iniziativa - promossa da Mar Sako in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) - è in programma il prossimo 6 agosto, festa della Trasfigurazione. Nel testo il Patriarca richiama in particolare l'invito alla "fraternità" lanciato da Papa Francesco nel contesto della Giornata mondiale della Pace 2014.

Nel messaggio Sua Beatitudine si unisce "a quanti tenderanno le mani al Signore invocando la pace in Iraq" e chiede di unire "i nostri cuori e le nostre voci davanti al Signore". Il Patriarca caldeo ricorda che la festa della Trasfigurazione "è il giorno della trasformazione dei cuori e delle menti nell'incontro con la luce di Dio che si sprigiona su tutta l'umanità". Per questo egli auspica che "la luce del Tabor" possa "riempire di amore e speranza i cuori di coloro che soffrono" e "ispirare i leader di questo Paese affinché sacrifichino gli interessi personali in virtù del bene comune".

In questi giorni il Patriarcato caldeo ha promosso diverse iniziative di pace e solidarietà per l'Iraq e per il suo popolo, martoriato da una guerra decennale e ora vittima impotente dell'avanzata delle milizie islamiste che conquistano porzioni sempre più ampie di territorio. Secondo l'inviato delle Nazioni Unite a Baghdad Nickolay Mladenov almeno "200mila persone sono in fuga da varie zone del nord", per una "tragedia umanitaria" che è fonte di grande "preoccupazione".

I membri dell'Isis (Stato islamico dell'Iraq e del Levante) avanzano anche in aree occupate in prevalenza dai curdi, i quali finora erano riusciti a respingere gli attacchi degli estremisti. In poche ore, dopo Zummar e Sinjar i jihadisti hanno assunto il controllo anche di Wana, situata sempre nella provincia di Ninive, una quarantina di chilometri a nord di Mosul. Seconda città per importanza del Iraq, è stato proprio Mosul la prima a cadere nelle mani dell'esercito islamico, che vi ha fondato un Califfato dove vige una rigida sharia, costringendo alla fuga 500mila fra cristiani e musulmani. Nelle mani dei guerriglieri è caduto inoltre il campo petrolifero di Ain Zalah con l'adiacente raffineria.

Stime Onu riferiscono che luglio è stato un mese tragico per l'Iraq, in particolare per i civili: in atti di terrorismo e violenza sono morte 1.737 persone, mentre altre 1.978 sono rimaste ferite, mentre il governo centrale - lacerato da faide interne che non hanno finora determinato la destituzione del contestato premier Nouri al Maliki - appare incapace di fronteggiare la minaccia. 

In un quadro di terrore e violenza, la Chiesa caldea risponde con iniziative di pace e di preghiera: nei giorni scorsi Mar Sako ha celebrato un raduno di massa di giovani, in solidarietà "al popolo di Mosul". La mattina del 2 agosto il Patriarca ha celebrato una messa (nella foto) con i movimenti di giovani cattolici della capitale, Baghdad, nella chiesa di San Giuseppe a Karrada. Erano presenti, assieme al Patriarca, il vescovo ausiliare mons. Shlemon Warduni, mons. Saad Hanna e il ministro irakeno dell'ambiente Sargon Lazar. Mar Sako ha sottolineato il ruolo dei giovani nella costruzione della pace e ha invitato i fedeli a "guardare a Gesù" per "non arrendersi" davanti a circostanze tragiche. 

Il Patriarca ha infine rilanciato l'invito alla preghiera a sostegno della famiglie di Mosul e per la pace nel Paese.
Ecco, di seguito, il testo della "Preghiera per la pace in Iraq" di Mar Sako:

"Signore, la piaga della nostra nazione è profonda e la sofferenza dei cristiani è grande e ci spaventa.
Dunque Ti chiediamo Signore di proteggere le nostre vite, di concederci il coraggio e la pazienza di continuare a testimoniare i nostri valori cristiani con fiducia e speranza Signore, la pace è fondamento di ogni vita.
Donaci pace e stabilità per vivere insieme l'uno con l'altro senza paura, angoscia, ma con dignità e gioia.
A Te la lode e la gloria per sempre".