India, ragazza indù stuprata e costretta a convertirsi all'islam
di Nirmala Carvalho
La giovane, 20 anni, è riuscita a fuggire e ha denunciato tutto alla polizia, con l'aiuto della famiglia. Tra gli aggressori anche l'imam di una madrassa (scuola coranica) dove la studentessa lavorava part-time come insegnante. Leader cristiano ad AsiaNews: "Fatto increscioso e allarmante".

Mumbai (AsiaNews) - Rapita, costretta a convertirsi all'islam e stuprata da più persone per due volte: è accaduto nella zona di Meerut, in Uttar Pradesh, a una ragazza indù di 20 anni. Dopo essere fuggita dai suoi aguzzini due giorni fa, la vittima ha avuto il coraggio di raccontare tutto alla famiglia, che ha sporto denuncia contro quattro persone: un imam, sua moglie, il leader del villaggio Sarawa - dove tutto avrebbe avuto inizio - e un uomo al momento non identificato.

Fino a poco tempo fa la vittima - un studentessa universitaria - lavorava come insegnante part-time in una madrassa (scuola coranica) di Sarawa. Quando l'imam Sataullah ha iniziato a chiederle di convertirsi all'islam, promettendole in cambio un lavoro a Dubai, la ragazza ha lasciato il lavoro.

Il 23 luglio scorso Sataullah e Nawab, leader del villaggio, la rapiscono: la costringono a indossare il velo, la portano a Harpur e lì la stuprano. Il 27 la lasciano andare, intimandole di non raccontare quanto accaduto. La ragazza obbedisce, ma il 29 viene presa di nuovo e portata in un'altra madrassa di Meerut: qui è costretta a convertirsi all'islam e subisce un nuovo stupro.

Il 30 luglio è trasferita in un'altra scuola coranica, questa volta a Muzaffarnagar, dove è rinchiusa per tre giorni. Lì, racconta suo padre, trova altre ragazze indù come lei, convertite all'islam con la forza e in procinto di partire per Dubai. Due giorni fa, il 3 agosto, riesce a scappare e finalmente contatta i suoi genitori.

Secondo Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), quanto accaduto alla ragazza è "increscioso, allarmante e motivo di grande preoccupazione". Questo, spiega il leader cristiano ad AsiaNews, "anche considerando alcuni fatti recenti, come la manifestazione organizzata davanti a una moschea di Thondi, nello Stato del Tamil Nadu, da un gruppo di 26 giovani musulmani, che indossavano magliette nere con l'emblema dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante". Dalle indagini della polizia è emerso che nessuno di loro ha legami - diretti o indiretti - con l'Isis.