Nepal, leader indù contro Modi: Hai tradito la religione, dovevi aiutarci e non l'hai fatto
di Christopher Sharma
Nel corso della sua visita ufficiale a Kathmandu, durata 2 giorni, il capo del governo indiano ha invitato il governo locale a "ufficializzare la secolarizzazione dello Stato". Protestano i vertici dell'induismo: "Delhi ci aiuti a restaurare una nazione basata sulla nostra fede".

Kathmandu (AsiaNews) - I leader dell'induismo nepalese hanno espresso "insoddisfazione" nei confronti di Narendra Modi, primo ministro indiano, che nel corso della sua visita di Stato a Kathmandu "non ha spinto la politica locale a riportare in primo piano la nostra religione". I santoni, quasi tutti residenti presso il tempio Pashupatinath, sono arrivati ad accusare Modi di "aver tradito la sua fede". In risposta la politica nepalese in blocco ha sottolineato la nuova natura laica e secolare dello Stato, che "presto" verrà iscritta nella Costituzione.

Il Nepal è divenuto uno Stato laico nel 2006, dopo secoli di monarchia assoluta di stampo indù. Solo di recente le minoranze religiose, soprattutto cristiani e musulmani, possono costruire edifici di culto e celebrare funzioni religiose in pubblico. Oggi l'induismo è ancora la religione di maggioranza, praticata dall'81,3% della popolazione. Le minoranze più nutrite sono quella buddista (9%) e musulmana (4,4%). I cristiani rappresentano l'1,4%. Tuttavia, alcuni esponenti radicali dell'induismo premono sui politici nazionali - e su quelli del nuovo governo indiano - per far tornare le cose all'epoca della monarchia.

Per questo essi non hanno apprezzato le dichiarazioni di Modi sul secolarismo del Nepal: "Questo è uno Stato sovrano e ha il diritto di decidere in assoluta libertà se dare o meno priorità a qualche specifico gruppo religioso. L'India vuole vedere presto la promulgazione di una nuova Costituzione nepalese che sia in linea con le norme del diritto internazionale".

Agni Sapkota, portavoce del partito Unified Cpn (maoista), spiega: "Il nostro Paese è stato già dichiarato secolare, e dobbiamo soltanto rendere il tutto ufficiale scrivendolo nella nuova Costituzione. Non ci sono all'orizzonte possibilità di tornare indietro. Anzi, dal mio punto di vista dovremmo dare la nostra priorità proprio ai gruppi di minoranza, un modo per ricompensarli di quello che hanno subito in passato".