Si apre il processo ai membri del culto "del dio onnipotente"
Cinque membri della setta sono accusati dell'omicidio di una donna. Un sesto membro, un minore, verrĂ  giudicato a parte. In questi mesi sono stati arrestati 1000 aderenti alla setta, giudicata come "culto malvagio e illegale". Hanno subito torture per costringerli ad abbandonare il loro credo.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Si è aperto oggi nella città di Yantai (Shandong) il processo contro cinque membri della setta del "dio onnipotente (quannengshen)" che lo scorso maggio hanno ucciso a botte una donna al ristorante, che si era rifiutata di dare loro il numero di telefono. I membri della setta erano entrati nel ristorante per fare nuovi adepti.

La corte ha anche accusato i cinque di far parte di un culto illegale. Fra gli accusati vi è anche un minore che sarà processato a parte.

Per l'uccisione della donna nel ristorante, i cinque verranno condannati per "omicidio intenzionale". Non si sa invece quale condanna essi riceveranno per essere membri di un "culto malvagio e illegale".

In Cina non vi è una legge sulle religioni e sulle loro attività, ma lo Stato si arroga il diritto di stabilire i culti consentiti e quelli proibiti, mescolando - come in questo caso - elementi penali e religiosi.

Il gruppo del "dio onnipotente" è sorto nell'Henan da decenni. Esso crede che Gesù è risorto e vive in una donna, Yang Xiangbin, la moglie del fondatore, Zhao Weishan, che nel 2000 è fuggito negli Usa.

Le pressioni e gli arresti della polizia sul gruppo si sono accresciuti nel 2012, quando la setta ha lanciato una campagna per una "battaglia decisiva" contro "il dragone rosso" del Partito comunista cinese, predicando l'imminente fine del mondo.

Dallo scorso maggio, la polizia cinese ha arrestato almeno 1000 membri della setta. Molti di loro hanno fatto sapere di aver subito torture per costringerli ad abbandonare il loro credo.