Aceh: La sharia sarà applicata anche ai non musulmani
di Mathias Hariyadi
Lotta contro il tempo dei parlamentari locali per approvare la norma prima della fine della legislatura. Per i leader della provincia la legge islamica deve essere vincolante “per musulmani e non musulmani”. Dal ministero degli Interni pronto lo stop a norme locali in contrasto con la legge nazionale o i diritti umani.

Jakarta (AsiaNews) - Entro la conclusione della legislatura, che si chiuderà a fine settimana, verrà presentata e approvata ad Aceh la controversa proposta di legge secondo cui il Codice penale basato sulla sharia "deve essere applicato a tutti, musulmani e non". Una corsa contro il tempo prima del giuramento della nuova Assemblea, frutto delle elezioni del luglio scorso, pronta a entrare in carica a ottobre. È quanto confermano ad AsiaNews i parlamentari della provincia di Aceh (Dpra), guidati dal leader Hasbi Hasbullah che è convinto della "corretta applicazione della norma" all'atto di approvazione e che essa sarà vincolante "per musulmani e non musulmani". Essa prevede fustigazioni o condanne al carcere per gesti che, in altre parti del Paese, non costituiscono reato (ad esempio il consumo di bevande alcoliche). 

Per il leader islamico della provincia di Aceh "è pronto il terreno" per l'introduzione di norme basate sulla legge islamica anche per i non musulmani, nonostante le critiche di attivisti e gruppi pro diritti umani secondo cui la sharia andrebbe applicata solo ai fedeli di Maometto. Tuttavia, da Jakarta arriva uno stop alla proposta di riforma avanzata dai parlamentari di Aceh: fonti del ministero degli Interni interpellate da AsiaNews confermano che non vi saranno esitazioni a "correggere" norme locali che "non sono in accordo" con la legislazione nazionale o con leggi regionali di forza superiore. 

Teguh Setyabudi, direttore del Dipartimento per le autonomie al ministero degli Interni, sottolinea che Jakarta continuerà ad "analizzare con attenzione" - e bloccare - proposte di legge che possano mettere in pericolo il clima di convivenza pacifica ad Aceh. Eventuali norme basate sulla sharia dovranno essere osservate dai musulmani, ma la scelta per i non musulmani dovrà essere libera. Dagli Interni assicurano che verrano approfondite con particolare attenzione le disposizioni che "possano rappresentare una violazione ai diritti umani" e, nel caso, saranno "sospese". 

L'Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, è sempre più spesso teatro di attacchi o episodi di intolleranza contro le minoranze, siano essi cristiani, musulmani ahmadi o di altre fedi. Nella provincia di Aceh - unica nell'Arcipelago - vige la legge islamica (sharia), in seguito a un accordo di pace fra governo centrale e Movimento per la liberazione di Aceh (Gam), e in molte altre aree (come Bekasi e Bogor nel West Java) si fa sempre più radicale ed estrema la visione dell'islam fra i cittadini.

In particolare ad Aceh il giro di vite che è coinciso con l'ascesa al potere dell'attuale governatore Zaini Abdullah, ex leader dell'indipendenza armata oggi dedito alla politica, subentrato al più "laico" predecessore Irwandy Jusuf. Tuttavia la scelta di inasprire leggi, regolamenti, norme e comportamenti non ha incontrato i favori di una larga fetta della popolazione locale, costretta a modificare in modo repentino abitudini e costumi radicati nel tempo. Fra le decisioni contestate dai cittadini di Aceh, vi sono tutta una serie di divieti rivolti in particolare alle donne: indossare jeans e gonne attillate, viaggiare cavalcioni a bordo di motocicli, ballare in pubblico perché "alimentano il desiderio" o festeggiare il San Valentino. Interpellato sulla questione, il ministro degli Interni Gamawan Fauzi ha minimizzato affermando di "non aver idea di una escalation della tensione, perché non mi è arrivato alcun rapporto ufficiale dal governatore di Aceh".