Chiesa filippina: La visita del Papa, per non essere cattolici "solo di nome"
E' l'appello del vescovo di Tarlac, mons. Florentino Cinense. I fedeli che non conoscono la propria religione devono studiarla e condividerla. "L'arrivo di Francesco è una grande possibilità di rinnovamento spirituale per l'intera nazione".

Manila (AsiaNews) - I cattolici filippini "che sono tali soltanto di nome" devono vedere nella visita apostolica di papa Francesco "una sfida e un'opportunità per riscoprire la propria fede. Devono studiare per approfondire meglio il credo cattolico e prepararsi così all'arrivo del pontefice. Non basta dirsi cattolici, bisogna mettere la religione al primo posto per poterla condividere con gli altri". Lo ha detto il vescovo di Tarlac, mons. Florentino Cinense, commentando la preparazione del viaggio di Francesco nelle Filippine.

Il Papa sarà nel Paese dal 15 al 19 gennaio 2015, ed è prevista una sua visita nelle aree devastate dal passaggio del tifone Yolanda. I filippini, spiega il presule, "hanno accolto la notizia con gioia enorme, ma devono studiare la fede. Questa è un'occasione e una sfida per prendere sul serio il credo religioso. È arrivato davvero il momento che le Filippine ricevano quelle benedizioni spirituali di cui hanno grande bisogno, visto il pessimo stato delle cose".

In quest'ottica, conclude, "ritengo che la presenza del Papa ci porterà unità, fraternità, amore reciproco e persino quel progresso che abbiamo tanto cercato negli ultimi anni. Tutti i filippini, inclusi coloro che sono al potere, devono imparare ad amare il prossimo tenendo sempre al primo posto il bene comune: questa è la chiave dello sviluppo".

Su quasi 97 milioni di abitanti, le Filippine contano 76,18 milioni di cattolici: si tratta dell'unica nazione asiatica - con l'eccezione della piccola Timor Est - ad avere una maggioranza cattolica della popolazione. Nel Paese si sono recati due Papi: Paolo VI nel 1970 e san Giovanni Paolo II nel 1981 e nel 1995.