Bangkok, attivisti e cittadini in tribunale per bloccare la diga di Xayaburi
Gli abitanti di otto province thai hanno presentato un procedimento ingiuntivo al giudice amministrativo. Obiettivo la cancellazione del controverso mega-impianto, che sorgerà in territorio laotiano. Per la Corte, le persone “hanno il diritto” di difendere l’ambiente e lo stile di vita, che deve essere “bilanciato” con lo sviluppo economico.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Gli abitanti di otto province della Thailandia bagnate dal fiume Mekong hanno presentato in tribunale un procedimento ingiuntivo con cui sperano di ottenere la cancellazione della controversia diga di Xayaburi, nella parte bassa del bacino idrico. I membri del Network of Thai People si sono rivolti questa mattina al giudice amministrativo per chiedere la sospensione dell'accordo di fornitura energetica (Ppa) siglato dall'Autorità garante per l'energia thai (Egat), che prevede l'acquisto del 95% della produzione della futura centrale. Il mega impianto - situato nel vicino Laos - ha sollevato da tempo perplessità e preoccupazioni di ambientalisti ed esperti di Vietnam e Cambogia. 

Il 24 giugno scorso i giudici hanno accolto un ricorso presentato dagli abitanti di 37 villaggi, che chiedono alla Egat di rispettare i diritti dei cittadini e la Costituzione del 1997. Questa prevede audizioni pubbliche e una analisti "trasparente" dell'impatto ambientale, prima di procedere all'accordo di fornitura energetica. 

Accogliendo il procedimento, il tribunale amministrativo sottolinea che gli abitanti "hanno tutto il diritto" di difendere il loro ambiente e lo stile di vita, che deve essere "bilanciato" con un sano sviluppo economico. I giudici hanno anche ricordato l'accordo del 1995 sul Mekong, che prevede la notifica al pubblico dei progetti che interessano il fiume, prima di procedere alla realizzazione di un impianto. 

Rattanamanee Polkla, avvocato e membro della coalizione Save the Mekong, formata da attivisti, cittadini ed esperti, ricorda i grandi "rischi" legati all'impianto e auspica l'interruzione dei lavori "fino alla decisione finale dei giudici". Inoltre, secondo i membri del gruppo la Egat avrebbe "grossolanamente sovrastimato" il fabbisogno di energia della Thailandia, senza studiare "alternative più economiche" o dal minore impatto ambientale. 

In base al progetto, la diga di Xayaburi - al momento ancora in fase iniziale, col meno del 30% dei lavori realizzati - verrà a costare almeno 3,5 miliardi di dollari e avrà una portata di 1.260 megawatt. Situata in una zona remota a nord del Laos, per la realizzazione hanno perso la casa più di 2.100 abitanti dei villaggi. La Commissione per il fiume Mekong (Cfm), come i governi di Hanoi e Phnom Penh, ha chiesto - invano finora - una moratoria di 10 anni sulla costruzione, mostrando le pesantissime ripercussioni sulla pesca, con un calo pari a 300mila tonnellate annue. Il Mekong nasce sull'altopiano del Tibet e scorre lungo la provincia cinese dello Yunnan, poi in Myanmar, Thailandia, Laos, Cambogia e Vietnam. Circa 65 milioni di persone vivono lungo il suo corso, ricavando sostegno dalla pesca (con un mercato stimato intorno ai tre miliardi di dollari annui) e dagli allevamenti ittici. Ma ora il fiume, lungo 4.880 chilometri e ritenuto il secondo più ricco al mondo per biodiversità, è minacciato dai molti progetti di dighe e centrali idroelettriche.