Nepal: milioni di profughi in fuga dalla guerra

Kathmandu (AsiaNews/Agenzie) – Milioni di persone lasciano i villaggi del Nepal per sottrarsi alla guerra interna tra i ribelli maoisti e l'esercito reale. Il governo riconosce tuttavia solo 8 mila "profughi interni", ma fonti indipendenti indicano che tra 200 mila e 500 mila persone hanno abbandonato le loro case e che già 2 milioni hanno attraversato il confine con l'India per cercare sicurezza e lavoro.

Durga Prasad Pandey, che 4 anni fa fuggì dal suo villaggio nel distretto di Jumla controllato dai ribelli, spiega che "anche se i maoisti sono assassini e stupratori, chi li sostiene è al sicuro. Se ci si oppone, non si è al sicuro." "Molti - spiega Deep Rai, funzionario della Ong South asian forum for human rights - fuggono per la giusta paura delle violenze dei maoisti, ma ci sono anche persone che fuggono dalle forze di sicurezza". "Sia i maoisti che l'esercito - spiega -indossano abiti civili e la gente spesso non sa chi ha davanti".

Secondo l'Ong nelle zone degli scontri uomini e donne con l'età per combattere sono rari: fuggono per paura del "reclutamento maoista", ma anche per paura che l'esercito li accusi di appartenere ai ribelli. I profughi – spesso famiglie con molti bambini – dipendono per vivere dalla generosità della gente. "I profughi interni del Nepal sono dimenticati" denuncia Walter Kalin, responsabile Onu. "Molti non sono riconosciuti come tali e non ricevono assistenza governativa, nemmeno per alloggi e cibo".

Oggi Christina Rocca, vice segretario di Stato Usa, ha incontrato re Gyanendra, al quale ha confermato il sostegno nella lotta contro i maoisti: ha però chiesto la liberazione dei detenuti politici e la restaurazione delle libertà civili sospese dalla dichiarazione dello stato di emergenza il 1° febbraio. Ieri ha infatti dichiarato "al re e a tutte le forze politiche" del Nepal che vi è la necessità "di rispettare i diritti umani nella battaglia contro i maoisti".

Gli Stati Uniti hanno dato al Nepal aiuti economici per 42 milioni di dollari nel 2004 e altri 22 milioni per aiuti militari negli ultimi 4 anni: il loro sostegno militare è stato decisivo dopo che Gran Bretagna e India lo avevano sospeso dopo il 1° febbraio, ma ora si dicono pronti a revocarli qualora il Nepal non rispetti le condizioni sui diritti umani.

Ieri però Navtej Sarna, portavoce del ministro degli Esteri indiano, ha annunciato che l'India riprenderà l'aiuto militare al Nepal. Il governo indiano ha aggiunto che "spera" vengano presto ripristinate "la democrazia multipartitica e la monarchia costituzionale". Secondo alcuni osservatori, sulla decisione ha influito la recente visita in Nepal del ministro degli esteri cinese, Li Zhaoxing: gli analisti vedono nella ripresa indiana degli aiuti il timore che venga istituito un rapporto privilegiato con la Cina e il conseguente allontanamento dall'India, come già avvenne per opera di re Mahendra – padre dell'attuale sovrano - negli anni '60. (PB)