Myanmar, il governo apre ai colloqui con Aung San Suu Kyi: Pace, riconciliazione e riforme
Alla tavola rotonda di oggi, voluta dal capo di Stato Thein Sein, partecipano il Nobel per la pace, il capo dell’esercito, i rappresentati etnici e quelli dei partiti. Per la prima volta le diverse anime e poteri del Paese si riuniscono a discutere. Tuttavia, per i critici è solo un gesto di facciata, in vista del prossimo summit East Asia.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente birmano Thein Sein ha aperto oggi una tavola rotonda cui partecipano i leader dell'opposizione, fra cui la Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, i vertici militari e i gruppi etnici. Un incontro, il primo in assoluto di questo genere, voluto con forza dal capo di Stato, che giunge a pochi giorni di distanza dall'annuncio ufficiale delle prossime elezioni, che si terranno nell'ultima parte del 2015, fra la fine di ottobre e i primi di novembre. Alla vigilia del vertice il presidente statunitense Barack Obama ha intrattenuto un colloquio telefonico sia con l'omologo Thein Sein, sia con la leader dell'opposizione Suu Kyi, auspicando che il voto del 2015 sia "credibile" e "inclusivo". 

L'incontro di oggi, in programma a Naypyidaw, capitale del Myanmar, si concentra su tre punti essenziali: processo di pace, riconciliazione nazionale e riforme politiche, in particolare quelle costituzionali che minacciano di inficiare le elezioni del prossimo anno. Partecipano il presidente, i due vice-presidente, i due presidenti del Parlamento, il capo dei militari, i rappresentanti dei gruppi etnici e dei partiti politici. 

Aung San Suu Kyi, leader del principale partito di opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld), ha chiesto più volte, in passato, incontri di questo tipo per rilanciare il cammino di riforme del Paese. Secondo i critici l'incontro di oggi è solo di facciata, per mostrare ai prossimi partecipanti all'East Asia Summit che il dialogo politico "continua". 

Nel 2010 il Myanmar ha tenuto le prime elezioni generali in 20 anni; tuttavia, la Nld ha boicottato le urne perché giudicava le regole alla base del voto ingiuste e anti-democratiche. Dalle elezioni è uscito un governo semi-civile, guidato da Thein Sein, un ex generale considerato oggi un riformista. Il 25% dei seggi del Parlamento sono assegnati per legge, e senza passare attraverso le urne, ai militari che - di fatto - hanno il potere di veto su qualsiasi tipo di riforma politica e istituzionale del Paese. 

Alle elezioni suppletive del 2012 la Nld ha voluto partecipare presentandosi con tutti i suoi principali leader, fra cui la stessa Nobel per la pace che, forte di un vasto consenso popolare, ha conquistato un seggio parlamentare. Tuttavia, nonostante la grande popolarità di cui gode alla "Signora" è vietato concorrere - al momento - alla carica di presidente; un paio di norme costituzionali "contra personam", al centro di una feroce controversia politica, le bloccano la corsa alla carica più importante del Paese. 

Fra i punti irrisolti vi è anche la questione Rohingya, minoranza musulmana considerata irregolare dal governo birmano e oggetto di violenze e persecuzioni da parte della maggioranza buddista, in particolare nello Stato occidentale di Rakhine dove si concentrano i suoi membri. Almeno 100mila le persone fuggite negli ultimi due anni, dall'inizio degli scontri islamo-buddisti del 2012 che hanno causato la morte di almeno 200 persone.