Kunlong: ribelli attaccano avamposti dell’esercito birmano, sette morti e 20 feriti fra i militari
L’attacco è avvenuto il 10 dicembre scorso, in una zona remota dello Stato Shan al confine con la Cina. Per i media filo-governativi è un attacco deliberato, sferrato senza provocazioni, mentre l’esecutivo è “impegnato” nei processi di pace. L’ultimo round di colloqui è del 27 settembre e si è concluso con un nulla di fatto.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - È di sette soldati birmani morti e di almeno 20 feriti il bilancio di un attacco sferrato dai ribelli nel nord-est del Paese, nei pressi del confine con la Cina; secondo quanto riferiscono i media ufficiali di Stato le violenze risalgono al 10 dicembre scorso, ma sono emerse solo nelle ultime ore. I militari accusano gli insorti di aver teso un'imboscata a una pattuglia dell'esercito e di aver posto sotto assedio una base nei pressi di Kunlong, cittadina dello Stato Shan, a circa 30 km dal confine con la Cina. Interpellato sulla vicenda il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Qin Gang afferma di "non conoscere dettagli della vicenda", né di- poter confermare la notizia.

Il giornale filo-governativo Global New Light of Myanmar riferisce che "l'ultimo manipolo di un gruppo ribelle, senza essere provocato, ha attaccato una base del Tatmadaw [l'esercito birmano, ndr] e una colonna militare, il tutto mentre il governo è impegnato ad applicare il processo di pace". 

L'ultimo round di incontri fra l'esecutivo semi-civile - che dal 2011 ha rimpiazzato la giunta militare, al potere per decenni nella ex Birmania - e i gruppi ribelli è avvenuto il 27 settembre sorso e si è concluso con un nulla di fatto.

La maggior parte dei movimenti locali si batte per una maggiore autonomia, all'interno di un sistema federale che garantisca l'unità del Paese; tuttavia, i militari continuano a considerare fondamentale la presenza di un governo centrale e forte, come prevede la Costituzione [dei militari] approvata nel 2008 in piena emergenza causata dal ciclone Nargis. 

I ribelli di Kokang, meglio noti come Myanmar National Democratic Alliance Army (Mndaa), erano membri del Partito comunista birmano e hanno goduto a lungo dell'appoggio della Cina, fino allo smembramento nel 1989. Il gruppo quindi ha sottoscritto un accordo di pace con Naypyidaw, anche se negli anni si sono verificati comunque episodi di scontri e tensioni; l'ultimo risale al 2009 e ha causato la fuga di decine di migliaia di rifugiati oltreconfine, nel sud-ovest della Cina, in cerca di riparo e sicurezza. 

Il Myanmar è composto da oltre 135 etnie, che hanno sempre faticato a convivere in maniera pacifica, in particolare con il governo centrale e la sua componente di maggioranza birmana. In passato la giunta militare ha usato il pugno di ferro contro i più riottosi, fra cui gli Shan e i Kachin nell'omonimo territorio a nord, lungo il confine con la Cina. Divampata nel giugno 2011 dopo 17 anni di relativa calma, la guerra ha causato decine di vittime civili e almeno 200mila sfollati.