Papa: Chiesa e Maria vanno insieme. Non si può appartenere a Cristo al di fuori della Chiesa
Nella Giornata della pace, papa Francesco sottolinea con forza il legame fra Cristo, Maria e la "Santa Madre Chiesa gerarchica". L'invito all'assemblea a gridare per tre volte "Santa Madre di Dio!". Senza la Chiesa, che mette in rapporto col Cristo vivo, la fede - anche la più mistica - si riduce a "a un'idea, a una morale, a un sentimento", "in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori". La Chiesa esiste per "irradiare su tutti popoli la benedizione di Dio incarnata in Gesù Cristo". Lottare contro le schiavitù moderne unendo le forze "da ogni popolo, cultura e religione".

Città del Vaticano (AsiaNews) - "Non si può capire Gesù senza sua Madre" e allo stesso tempo "non è possibile... appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa".  E ancora: "Cristo e sua Madre sono inseparabili" e "altrettanto inseparabili sono Cristo e la Chiesa, perché Chiesa e Maria vanno sempre insieme (e questo è il mistero della donna nella comunità ecclesiale) e non si può capire la salvezza operata da Gesù senza considerare la maternità della Chiesa".

"Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un'idea, a una morale, a un sentimento" e non ad una "relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo".

Sono queste le piste su cui si è svolta l'omelia che papa Francesco ha pronunciato oggi nella messa celebrata nella basilica di san Pietro in occasione della solennità della Madre di Dio e della 48ma Giornata mondiale della pace.

Molti si sarebbero attesi un'omelia a commento del tema della Giornata, "Non più schiavi, ma fratelli", sul problema del lavoro schiavo. E invece il papa ha citato il Messaggio sulla pace solo alla fine, in un piccolo paragrafo, offrendo invece una rigorosa riflessione teologica sull'importanza di tenere uniti Cristo, Maria e la "Santa Madre Chiesa gerarchica". Tanto che alla fine dell'omelia - un fatto finora non usuale - egli ha invitato tutta l'assemblea ad alzarsi e a salutare la "Santa Madre di Dio" per tre volte.

Il titolo di Maria Madre di Dio è frutto del concilio ecumenico di Efeso (431), che ha vinto sulla proposta nestoriana di considerare Maria solo come "madre del Cristo uomo". La basilica di Santa Maria Maggiore - a cui papa Francesco è molto legato (v. foto) - è stata costruita proprio per celebrare il titolo di Maria Madre di Dio.

La tradizione racconta che i fedeli laici si erano radunati attorno al luogo  del concilio e minacciavano con bastoni i vescovi se non avesse proclamato la Divina Maternità di Maria.  Il papa, aggiungendo alcune frasi a braccio, ha ricordato l'episodio: ""Guardiamo Maria e contempliamo la Santa Madre di Dio. Vorrei proporvi di salutarla insieme. Lo ha fatto il coraggioso popolo di Efeso gridando 'Santa Madre di Dio!'. Qualcuno - si dice - aveva bastoni per costringere i vescovi radunati in concilio a proclamarla santa Madre di Dio. Vi invito - senza bastone - ad alzarvi e a salutarla tutti insieme dicendo 'Santa Madre di Dio!', per tre volte". E l'assemblea lo ha ubbidito.

Nell'omelia, papa Francesco ha anzitutto sottolineato l'unione fra Cristo e Maria: "Cristo e sua Madre sono inseparabili: tra loro esiste un rapporto strettissimo, come tra ogni figlio e la sua madre. La carne di Cristo - che è cardine della nostra salvezza (Tertulliano) - è stata intessuta nel grembo di Maria (cfr Sal 139,13). Tale inseparabilità è significata anche dal fatto che Maria, prescelta per essere Madre del Redentore, ne ha condiviso intimamente tutta la missione rimanendo accanto al Figlio fino alla fine sul calvario".

E ancora: "Maria è così unita a Gesù perché ha avuto di Lui la conoscenza del cuore, la conoscenza della fede, nutrita dall'esperienza materna e dal legame intimo con il suo Figlio. La Vergine Santa è la donna di fede, che ha fatto posto a Dio nel suo cuore, nei suoi progetti; è la credente capace di cogliere nel dono del Figlio l'avvento di quella «pienezza del tempo» (Gal 4,4) nella quale Dio, scegliendo l'umile via dell'esistenza umana, è entrato personalmente nel solco della storia della salvezza. Per questo non si può capire Gesù senza sua Madre".

Egli ha poi sottolineato con forza l'unità fra Cristo, Maria e la Chiesa: "Altrettanto inseparabili sono Cristo e la Chiesa, perché Chiesa e Maria vanno sempre insieme (e questo è il mistero della donna nella comunità ecclesiale) e non si può capire la salvezza operata da Gesù senza considerare la maternità della Chiesa. Separare Gesù dalla Chiesa sarebbe voler introdurre una «dicotomia assurda», come scrisse il beato Paolo VI (cfr Esort. ap. Evangelii nuntiandi, 16). Non è possibile «amare il Cristo, ma non la Chiesa, ascoltare il Cristo, ma non la Chiesa, appartenere al Cristo, ma al di fuori della Chiesa» (Ibid.) Infatti è proprio la Chiesa, la grande famiglia di Dio, che ci porta Cristo. La nostra fede non è una dottrina astratta o una filosofia, ma è la relazione vitale e piena con una persona: Gesù Cristo, il Figlio unigenito di Dio fattosi uomo, morto e risorto per salvarci e vivo in mezzo a noi. Dove lo possiamo incontrare? Lo incontriamo nella Chiesa, nella nostra Santa Madre Chiesa gerarchica. È la Chiesa che dice oggi: 'Ecco l'agnello di Dio'; è la Chiesa che lo annuncia; è nella Chiesa che Gesù continua a compiere i suoi gesti di grazia che sono i Sacramenti".

Il pontefice mette in guardia dal pretendere di vivere una fede cristiana senza la Chiesa: "Nessuna manifestazione di Cristo, neanche la più mistica, può mai essere staccata dalla carne e dal sangue della Chiesa, dalla concretezza storica del Corpo di Cristo. Senza la Chiesa, Gesù Cristo finisce per ridursi a un'idea, a una morale, a un sentimento. Senza la Chiesa, il nostro rapporto con Cristo sarebbe in balia della nostra immaginazione, delle nostre interpretazioni, dei nostri umori".

La Chiesa, perciò "è come una madre che custodisce Gesù con tenerezza e lo dona a tutti con gioia e generosità". Da qui viene ogni "azione e missione" della Chiesa: "Gesù Cristo è la benedizione per ogni uomo e per l'intera umanità. La Chiesa, donandoci Gesù, ci offre la pienezza della benedizione del Signore. Proprio questa è la missione del popolo di Dio: irradiare su tutti popoli la benedizione di Dio incarnata in Gesù Cristo. E Maria, la prima e perfetta discepola di Gesù, la prima e perfetta credente, modello della Chiesa in cammino, è Colei che apre questa strada di maternità della Chiesa e ne sostiene sempre la missione materna rivolta a tutti gli uomini. La sua testimonianza discreta e materna cammina con la Chiesa fin dalle origini. Ella, Madre di Dio, è anche Madre della Chiesa e, per mezzo della Chiesa, è Madre di tutti gli uomini e di tutti i popoli".

"Che questa Madre dolce e premurosa ci ottenga la benedizione del Signore per l'intera famiglia umana. In modo speciale oggi, Giornata Mondiale della Pace, invochiamo la sua intercessione perché il Signore doni pace a questi nostri giorni: pace nei cuori, pace nelle famiglie, pace tra le Nazioni. Quest'anno, in particolare, il messaggio per la Giornata della Pace è: «Non più schiavi, ma fratelli». Tutti siamo chiamati a essere liberi, tutti a essere figli e ciascuno secondo le proprie responsabilità, a lottare contro le moderne forme di schiavitù. Da ogni popolo, cultura e religione, uniamo le nostre forze. Ci guidi e ci sostenga Colui che, per renderci tutti fratelli, si è fatto nostro servo".