Papa: "costernazione e dolore per quanto accade in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria"
Ricevendo la Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, Francesco prega "affinché si trovi presto una soluzione negoziata" per tale "immane tragedia".

Città del Vaticano (AsiaNews) - Papa Francesco è tornato oggi a esprimere "costernazione e dolore per quanto accade in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria" e a rinnovare la preghiera "affinché si trovi presto una soluzione negoziata". Occasione per il nuovo intervento del Papa l'udienza, stamattina alla Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali.

Dopo aver ricordato che "negli ultimi dieci anni la Commissione, seguendo una prospettiva storica, ha esaminato le strade attraverso cui le Chiese hanno espresso la loro comunione nei primi secoli, e che cosa questo significhi per la nostra ricerca della comunione oggi", Francesco ha detto che "in questo momento, in maniera particolare, noi condividiamo la costernazione e il dolore per quanto accade in Medio Oriente, specialmente in Iraq e in Siria. Ricordo tutti gli abitanti della regione, compresi i nostri fratelli cristiani e molte minoranze, che vivono le conseguenze di un estenuante conflitto. Insieme a voi prego ogni giorno affinché si trovi presto una soluzione negoziata, supplicando la bontà e la pietà di Dio per quanti che sono colpiti da questa immensa tragedia. Tutti i cristiani sono chiamati a lavorare insieme in mutua accettazione e fiducia per servire la causa della pace e della giustizia. Possano l'intercessione e l'esempio di molti martiri e santi, che hanno dato coraggiosa testimonianza di Cristo in tutte le nostre Chiese, sostenere e rafforzare voi e le vostre comunità cristiane".

Di lavorare insieme al di là delle diverse tradizioni, papa Francesco aveva parlato solo pochi giorni fa, il 25 gennaio, durante i secondi Vespri della solennità della conversione di san Paolo, a Conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani-. In quell'occasione aveva detto che i martiri di oggi sono perseguitati perché cristiani, "tanti cristiani vengono perseguitati e uccisi senza distinzioni tra la loro confessione di appartenenza. E' "l'ecumenismo del sangue", già evocato in passato come segno del superamento delle divisioni tra cristiani, come a maggio dell'anno scorso, quando, incontrando il Catholicos di tutti gli Armeni Karekin II, affermò che le sofferenze patite dai cristiani negli ultimi decenni "hanno portato un contributo unico ed inestimabile anche alla causa dell'unità tra i discepoli di Cristo". E "come nella Chiesa antica il sangue dei martiri divenne seme di nuovi cristiani, così ai nostri giorni il sangue di molti cristiani è diventato seme dell'unità".