Bombe al Cairo dopo la condanna a morte di 183 islamisti
Una bomba artigianale scoppiata nel centro della città; due bombe scoperte all'aeroporto. Il governo di al-Sisi criticato per le violazioni ai diritti umani, ma la popolazione lo applaude per il tentativo di migliorare la sicurezza e l'economia.

Il Cairo (AsiaNews) - Una bomba artigianale è esplosa vicino a una stazione di autobus nel centro della capitale egiziana; altre due bombe sono state scoperte in due differenti terminali dell'aeroporto.

Le forze di sicurezza sono in allerta per possibili attacchi islamisti, dopo che ieri è stata confermata la condanna a morte per 183 militanti dei Fratelli musulmani. Essi sono stati giudicati responsabili della morte di 11 poliziotti in un assalto avvenuto nell'agosto 2013 a Kerdasa, a poche settimane dalla deposizione di Mohamed Morsi, sostenuto dai Fratelli musulmani.

Da allora il governo del Cairo ha arrestato migliaia di militanti della Fraternità ed ha condannato a morte centinaia, anche se nessuna delle sentenze è stata eseguita finora.

Attivisti per i diritti umani criticano i metodi "dittatoriali" del presidente Abdelfattah al-Sisi, succeduto a Morsi, ma molta parte della popolazione egiziana sostiene il presidente perché garantisce maggiore sicurezza alla società, necessaria per far ripartire l'economia.

Il 15 febbraio Morsi subirà un ulteriore processo per spionaggio. Anch'egli rischia la pena di morte.

Dei 183 condannati ieri, 34 sono stati condannati in absentia. Il loro verdetto è stato ratificata anche dall'autorità del Gran mufti. I colpevoli possono ancora appellarsi per cambiare la sentenza. Il mese scorso, la pena di morte per 37 persone condannate è stata cancellata in appello.

Per al-Sisi i Fratelli musulmani e i loro alleati sono la minaccia più grave per il Paese. La scorsa settimana il ramo egiziano affiliato allo Stato islamico ha compiuto diversi attentati uccidendo almeno 27 persone.