Siria: lo Stato islamico attacca villaggi cristiani nel nord-est, rapite decine di persone
Fonti della nunziatura apostolica contattate da AsiaNews confermano che “sono in corso verifiche”. Decine di automezzi con l’effige dello SI hanno fatto irruzione nei villaggi, distrutto chiese e sequestrato uomini, donne e bambini. Dietro il blitz il tentativo dei miliziani di scambiare i prigionieri cristiani con combattenti nelle mani dei curdi.

Damasco (AsiaNews) - Le milizie dello Stato islamico hanno sequestrato decine di cristiani siriani, in seguito a una serie di raid compiuti - nella giornata di ieri - in alcuni villaggi nel nord-est del Paese, non lontano dal confine con la Turchia. In un primo momento si era parlato di cristiani caldei, ma secondo le ultime fonti si tratterebbe di assiri, alcuni dei quali sono riusciti a fuggire trovando rifugio nella cittadina di Hassakeh, sotto il controllo delle milizie peshmerga curde. Diffusa in un primo momento ieri sera da attivisti canadesi contattati da testimoni locali, la notizia è stata rilanciata oggi dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo con base in Gran Bretagna e che monitora le violenze della guerra nel Paese arabo. Nelle mani degli islamisti vi sarebbero uomini, donne e bambini; migliaia le persone in fuga dalle violenze. 

Interpellate da AsiaNews fonti della nunziatura apostolica a Damasco affermano che "sono in corso verifiche" alla vicenda, ma al momento "non vi sono notizie ufficiali ed è difficile raccogliere informazioni dettagliate" dall'area in cui sono avvenuti i fatti. Resta però l'invito alla "prudenza", perché "è facile destare allarmismi, ci troviamo in una situazione di guerra e non è semplice avere il quadro esatto della situazione".

Testimoni locali raccontano di decine di automezzi e jeep con la bandiera dello Stato islamico che, dalla prima mattinata di ieri, hanno sferrato una serie di attacchi a centri cristiani sparsi lungo il fiume Khabur, nella governatorato nord-orientale di Al-Hasakah. Colpiti numerosi villaggi fra cui Tel Tamar, Tel Shamiran, Tel Hermuz, Tel Goran e Tel Khareta. Fonti di Aina affermano che sono state distrutte numerose chiese, fra cui quella di Tel Hurmiz, una delle più antiche della Siria, e quella di Mar Bisho a Tel Shamiran; anche in questo caso, però, non vi sono conferme ufficiali da parte dei vertici cristiani siriani. 

Dietro il blitz operato dai fondamentalisti vi sarebbe il tentativo dello Stato islamico di scambiare i prigionieri cristiani (almeno 90) con alcuni combattenti nelle mani delle truppe curde; altre fonti parlano di sequestro a scopo estorsivo, ma questa opzione risulta meno attendibile. 

Dall'inizio della rivolta contro il presidente siriano Bashar al Assad, nel 2011, oltre 3,2 milioni di persone hanno abbandonato la Siria e altri 7,6 milioni sono sfollati interni. Almeno 200mila le vittime del conflitto, molte delle quali civili. Proprio nel contesto del conflitto siriano è emerso per la prima volta, nella primavera del 2013, in tutta la sua violenza e brutalità lo Stato islamico; da quel momento ha iniziato una rapida avanzata nei territori della regione, strappando ampie porzioni di territorio a Damasco e Baghdad e imponendo un vero e proprio regno del terrore.(DS)