Leader cristiano: I radicali indù sono un pericolo per le donne dell'India
di Nirmala Carvalho
Il presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic) denuncia la mentalità di persone come Surendra Jain, segretario congiunto del gruppo fondamentalista Vishwa Hindu Parishad (Vhp). Parlando dello stupro di gruppo su una suora ultra 70enne, l'uomo ha accusato i cristiani di "essere noti per abusare le religiose". Sugli atti vandalici contro una chiesa: "Quando potremo costruire un tempio indù in Vaticano, loro potranno costruire chiese in India".

Mumbai (AsiaNews) - Commenti "volgari, gretti e calunniosi che rivelano quanto sia pericolosa la mentalità di radicali indù come Surendra Jain. Le nostre donne sono a rischio con simili elementi nella società indiana". Lo afferma ad AsiaNews Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), in merito alle dichiarazioni del segretario congiunto del Vishwa Hindu Parishad (Vhp, gruppo fondamentalista indù). Parlando dell'aggressione al convento di Ranagath in West Bengal e dello stupro di gruppo subito dalla superiora 72enne, Jain ha detto: "È parte della cultura cristiana sfruttare sessualmente le suore. Noi indù non facciamo queste cose".

Il 13 marzo scorso alcuni uomini si sono introdotti nel convento delle Religiose di Gesù-Maria a Ranagath (West Bengal), per compiere una rapina. Il gruppo ha violentato la superiora, che aveva tentato di fermarli, e poi ha distrutto oggetti sacri nella cappella. La polizia ha arrestato sei persone in relazione al caso.

Sajan George sottolinea ad AsiaNews: "Condanniamo con tutte le nostre forze le parole di Jain. Il basso livello di questi commenti rivelano quanto sia pericoloso. Lo stupro è un atto terribile, grave e sbagliato".

Nel 2008, durante i pogrom anticristiani del Kandhamal (Orissa), i radicali indù si accanirono sulla minoranza distruggendo proprietà, luoghi di culto, e aggredendo le persone. Diverse donne sono state stuprate: tra queste, anche suor Meena Barwa, che ha raccontato l'aggressione con una dichiarazione pubblica per evitare che la polizia locale coprisse il caso.

Il presidente del Gcic definisce Jain "un elemento radicale che crea divisione nella società indiana", anche per alcune sue affermazioni sugli atti vandalici compiuti contro una chiesa pentecostale in Hariyana. Nel villaggio di Kaimri (distretto di Hisar) il 6 marzo scorso un gruppo di giovani si è introdotto nel luogo di culto e vi ha installato un idolo di Hanuman, il dio scimmia dell'induismo. La polizia ha arrestato 14 persone per "atti vandalici".

Surendra Jain ha giustificato l'azione in Hariyana definendola una "reazione spontanea della popolazione locale. Né nel villaggio, né nei dintorni vivono cristiani. Quindi perché costruirvi una chiesa? I cristiani ci permetterebbero di erigere un tempio per Hanuman in Vaticano? Quando ce lo lasceranno fare, chiederemo loro di scegliere un posto qualsiasi in India per costruire una chiesa, e gliela finanzieremo noi".

Secondo la Costituzione, l'India è un Paese laico in cui vige piena libertà di culto, espressione e coscienza. Il Primo ministro Narendra Modi, leader politico dei nazionalisti indù, ha criticato la violenza sulla suora e l'attacco alla chiesa in Hariyana con un tweet.