Vescovo di Sylhet: Protezione per i tribali cattolici, vittima di espropri e minacce
di Sumon Corraya
A Pasqua un villaggio abitato da Khasia ha subito un duro attacco da un gruppo di musulmani. Obiettivo dell’aggressione era convincere la comunità ad abbandonare la locale piantagione da tè, di cui ha legale usufrutto. Il parroco: “Viviamo nella paura”.

Sylhet (AsiaNews) – “Vogliamo giustizia e sicurezza per i nostri sacerdoti e i nostri fedeli. Speriamo che il governo trovi una soluzione pacifica e che la nostra gente possa vivere libera da tensioni”. È l’appello che mons. Bejoy N. D’Cruze omi, vescovo di Syleht, lancia attraverso AsiaNews dopo i recenti attacchi contro i tribali Khasia che vivono nella sua diocesi. “Sono una comunità molto pacifica – sottolinea il presule – ma spesso cadono vittime della maggioranza bengalese”.

Il 6 aprile scorso Syed Ara Begum, musulmano proprietario di una piantagione da tè, insieme ad almeno 35 persone ha attaccato il villaggio Khasia che cade sotto la giurisdizione della parrocchia di Sreemongal (distretto di Moulovobazar). La popolazione – tutta cattolica – stava celebrando la messa per il lunedì dell’angelo. Udite le grida, il parroco p. James Kiron Rozario Csc è corso sul posto per salvarli. La folla di islamici però lo ha aggredito con un coltello, ferendolo in modo grave e minacciando di ucciderlo.

Dopo aver aggredito i fedeli, il gruppo ha rubato oggetti per un valore di 33.900 taka (4.134 euro); distrutto Bibbie, croci, immagini sacre, strumenti musicali e case; ucciso capre e galline.

Il parroco ha sporto denuncia contro i musulmani che li hanno attaccati: “Ci hanno aggrediti per spingerci ad abbandonare la piantagione. Vogliono occupare quel terreno, ma quanto hanno fatto è illegale”. P. Rozario spiega che la popolazione ha ottenuto anni fa dal governo il permesso di usare quella terra. “Adesso – afferma – io e i miei cattolici viviamo nella paura, potrebbero attaccarci da un momento all’altro”.

Nirmal Rozario, leader della Bangladesh Christian Association, dichiara: “Esprimiamo la nostra ferma condanna per l’attacco al sacerdote e alla comunità. Chiediamo che i colpevoli siano presi e assicurati alla giustizia”.

I tribali Khasia sono emigrati nella regione di Sylhet dall’India moltissimi anni fa. Al momento vivono in 108 villaggi, appartenenti a quattro parrocchie cattoliche della diocesi.