Etiopi cristiani decapitati, uccisi e filmati dallo Stato islamico
di Paul Dakiki
Il video presenta due diverse esecuzioni: 12 decapitati sulla riva del mare; 16 uccisi a colpi di pistola. Minacce ai cristiani se non si convertono all’islam. Inviato Onu in Libia: Vicini ad un accordo per un nuovo governo.

Beirut (AsiaNews) – Gruppi che si rifanno allo Stato islamico (SI) hanno diffuso ieri un video pieno di minacce contro i cristiani, mostrando l’esecuzione di circa 28 uomini, presentati come “fedeli” della “Chiesa etiope nemica”. Il filmato, di buona qualità professionale, è molto simile a quello della decapitazione dei 21 cristiani egiziani copti, diffuso nel febbraio scorso.

Nel video si filmano due episodi di esecuzione. Nel primo, 12 uomini, vestiti con la tutta arancione dei condannati a morte, vengono portati su una spiaggia, verso il tramonto, e subiscono la decapitazione con un coltello ad opera di 12 militanti alle loro spalle.

Nell’altra, un gruppo di 16 vengono uccisi con la pistola. Uno dei boia vestito di nero –gli altri sono in tenuta mimetica – brandendo una pistola minaccia i cristiani spingendoli a convertirsi all’islam.

Prima delle esecuzioni, si mostrano anche degli uomini, presentati come cristiani di Siria, i quali dicono che i jihadisti hanno dato loro la scelta o di convertirsi all’islam o di pagare la tassa dei protetti (jizya).

E’ la prima volta che lo SI prende di mira l’Etiopia. Ad Addis Abeba, il ministero della comunicazione ha “condannato con fermezza simili atrocità, che si tratti di etiopi o di altri”. Il governo sta cercando di avere conferme sulla nazionalità degli uccisi.

L’Etiopia è il secondo Paese dell’Africa per popolazione, con più di 90 milioni di abitanti, dei quali due terzi sono cristiani, in maggioranza copti ortodossi.

Molti etiopi si trasferiscono all’estero per lavorare anche in lavori umili, per sostenere le loro famiglie. Molti si sono trasferiti anche in Libia, dove hanno trovato lavoro, o aspettano di imbarcarsi su qualche nave di migranti per giungere in Europa.

Approfittando del caos seguito alla caduta di Muammar Gheddafi, diversi gruppi jihadisti si sono impossessati di parti del territorio libico e ora giurano obbedienza allo SI. Mentre in Libia si combattono due governi rivali e diverse fazioni, essi hanno preso possesso della zona di Sirte, a 450 km a est di Tripoli.

Proprio ieri, l’inviato Onu per la Libia, Bernardino Leon, ha dichiarato che dopo settimane di colloqui fra le fazioni, si è giunti “molto vicini ad un accordo finale” per concludere il conflitto e far nascere un governo nel Paese.

Commentando il video dello SI, egli ha detto: “Sappiamo che i nemici della pace, i nemici dell’accordo saranno molto attivi, e ancora più attivi nei prossimi giorni e settimane”.