L’Egitto cerca tra le tribù libiche alleati contro i gruppi jihadisti
Centinaia di leader tribali libici sono riuniti da ieri al Cairo. Il ministro degli esteri Sameh Shukri: “L’Egitto non avrà esitazione nel sostenere i suoi fratelli libici fino a quando raggiungeranno la sicurezza e la riconciliazione tra loro”. Il presidente egiziano avrebbe in mente un intervento in Libia degli Stati arabi, sul tipo di quello in atto nello Yemen.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Centinaia di leader tribali libici sono riuniti da ieri al Cairo (nella foto) su invito delle autorità egiziane che hanno l’obiettivo di evitare violenze degli islamisti nelle zone del confine comune. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, infatti, vede nella crescita dei movimenti jihadisti in Libia il pericolo maggiore per la sicurezza del suo Paese e sta cercando la collaborazione dei capi delle tribù libiche per allontanarlo.

Inaugurando l’incontro, il ministro degli esteri egiziano Sameh Shukri ha sottolineato il ruolo positivo che le tribù possono svolgere per ridare stabilità al Paese che, dopo la caduta di Gheddafi è frammentato, con due governi e varie milizie che controllano parti del territorio. “L’Egitto – ha detto il ministro – non avrà esitazione nel sostenere i suoi fratelli libici fino a quando raggiungeranno la sicurezza e la riconciliazione tra loro”. L’Egitto, ha aggiunto, ha invitato i leader tribali all’incontro perché essi sono la “spina dorsale” della stabilità, della sicurezza e dell’integrità territoriale del loro Paese.

Secondo alcuni analisti, il presidente egiziano avrebbe in mente un intervento in Libia degli Stati arabi, sul tipo di quello in atto nello Yemen, con lo scopo di combattere i jihadisti dello Stato islamico e gli altri gruppi radicali presenti nel Paese.

A rendere ardua o quanto meno di non veloce realizzazione l’azione egiziana, la difficoltà di mettere d’accordo centinaia di leader tribali e il fatto che al Cairo sono presenti in grande maggioranza le tribù schierate con il governo riconosciuto  internazionalmente e solo alcune di quelle schierate con il non riconosciuto governo di Tripoli.