Papa in Ecuador: “che non vi siano differenze, che nessuno venga escluso o scartato, che tutti siano fratelli”
A Quito, dopo la messa celebrata a Guayaquil, Francesco ha visitato la cattedrale e incontrato il presidente della Repubblica. Oggi celebrerà la messa nel Parco del Bicentenario di Quito, incontrerà i circa 40 vescovi del Paese, visiterà la Pontificia università cattolica dell’Ecuador dove incontrerà il mondo della scuola e dell’università e infine nella chiesa intitolata a San Francesco, che è l’edificio religioso più antico della America latina, incontrerà la società civile.

Quito (AsiaNews) – Il viaggio che papa Francesco sta compiendo “è stato  l’occasione per incontrare un numero immenso di ecuadoriani”, ma al tempo stesso “è inserito anche nel contesto della Chiesa universale, che sta lavorando sul tema della famiglia in questi giorni, con grande intensità”. Lo ha evidenziato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, incontrando i giornalisti che seguono la visita del Papa in Ecuador a conclusione della giornata di ieri, segnata anche dalla visita alla cattedrale e a quella “di cortesia” al presidente della Repubblica Rafael Correa.

Due momenti nei quali Francesco ha parlato della difficile situazione che sta vivendo il Paese, raccomandando fraternità e chiedendo reale riconoscimento dei valori della famiglia.

“Vengo a Quito – ha detto in un saluto improvvisato alle migliaia di fedeli raccolti davanti alla cattedrale - come pellegrino, per condividere con voi la gioia di evangelizzare”. Alla “grande Nazione” e al “nobile popolo dell’Ecuador” Francesco ha raccomandato “che non vi siano differenze, che nessuno venga escluso o scartato, che tutti siano fratelli”. “Per costruire questa cattedrale – ha poi aggiunto - i lavori di trasporto, di intaglio e di muratura sono stati fatti secondo le nostre usanze, quelle dei popoli autoctoni; un lavoro di tutti a favore della comunità, un lavoro anonimo, senza cartelli pubblicitari né applausi”. “Voglia Dio – ha quindi invocato - che, come le pietre di questa cattedrale, anche noi ci poniamo sulle spalle le necessità degli altri, aiutando a edificare o restaurare la vita di tanti fratelli che non hanno forze per costruirla o l’hanno vista crollare”.

La situazione difficile dell’Ecuador, segnata anche da proteste di piazza, e le attese della Chiesa che chiede sia riconosciuto il suo ruolo a servizio del popolo e che siano rispettati - non solo a parole - i valori della vita e della famiglia sono state invece al centro del colloquio tra Francesco e il presidente Correa. Il Papa ha parlato dei "passi avanti" compiuti "in progresso e sviluppo", ma ha chiesto che i risultati che "si stanno ottenendo garantiscano un futuro migliore per tutti, riservando una speciale attenzione ai nostri fratelli più fragili e alle minoranze più vulnerabili che sono il debito che ha ancora l'America Latina". Papa e Capo dello Stato si sono affacciati due volte dalla Loggia del palazzo presidenziale “Carondele”, la prima subito dopo l’arrivo di Francesco e poi quando stava per andare via.

Oggi, il terzo giorno di papa Francesco in Ecuador si annuncia fitto di impegni. Alle 10, ora locale, celebrerà la messa nel Parco del Bicentenario di Quito, rito intitolato alla evangelizzazione. Subito prima incontrerà i circa 40 vescovi del
Paese mentre, dopo il pranzo in nunziatura, visiterà la Pontificia università  cattolica dell’Ecuador dove incontrerà il mondo della scuola e dell’università e terrà un discorso.

Nella chiesa intitolata a San Francesco, che è l’edificio religioso più antico della America latina e si trova nel centro storico di Quito, gli verranno consegnate le chiavi della città. Nella chiesa il Papa incontrerà poi la società civile e anche in
questa occasione terrà un discorso. Ultimo appuntamento della giornata sarà la visita alla “Chiesa della Compagnia”, retta dai gesuiti.