Shanghai, scoppia la bolla finanziaria: sospeso il 51% dei titoli in Borsa
Dopo 12 mesi di crescita insostenibile, che ha portato a un +150%, il principale mercato cinese cede. Un gruppo di 1.429 aziende quotate chiede la sospensione a partire da oggi. Il governo centrale prepara un piano di emergenza e parla di “panico ingiustificato”, ma il listino non convince gli investitori. E gli analisti iniziano a parlare del “1929 cinese”, riferimento al crollo di Wall Street che diede il via alla Grande Depressione negli Stati Uniti.

Pechino (AsiaNews) – Quello che si profila all’orizzonte “potrebbe essere il 1929 cinese”, riferimento al crollo di Wall Street che diede il via alla Grande Depressione negli Stati Uniti. Lo scrivono oggi diversi analisti finanziari internazionali davanti all’esplosione della bolla finanziaria a Shanghai. Un gruppo composto da 1.429 aziende – ovvero il 51% del totale quotato – ha chiesto di farsi sospendere (o è stato sospeso) per eccessivi ribassi. Il governo centrale prepara un piano di emergenza, che non sembra convincere gli investitori.

D’altra parte già l’eccessiva crescita del mercato di Shanghai aveva scatenato qualche dubbio. In 12 mesi le Borse cinesi – Shanghai e Shenzhen, cui in un secondo momento si è aggiunta Hong Kong in tandem con la metropoli continentale – avevano guadagnato il 150%, un rialzo in gran parte ascrivibile al flusso di denaro pubblico che Pechino ha iniettato nei mercati.

Secondo un’analisi del Daily Telegraph, la Cina è il vero problema rispetto alla "pantomima greca: mentre gli occidentali si stanno concentrando sulla Grecia, una crisi finanziaria potenzialmente molto più significativa si sta sviluppando dall'altra parte del Mondo. Quella che alcuni stanno iniziando a chiamare il 1929 cinese”.

Pur essendo forse esagerato il riferimento al crack finanziario che mise in ginocchio l’America, oggi l’indice della Borsa di Shanghai ha toccato un calo del 5,4% (dopo un crollo dell’8% in apertura); quello di Hong Kong del 4,9%. I timori cinesi, che si aggiungono alle ansie legate alla crisi della Grecia, hanno portato anche Tokyo a chiudere in calo del 3,14%.

Per cercare di frenare almeno in parte i danni dell’esplosione della Borsa, è intervenuto il governo centrale cinese. Oggi la Banca centrale del Popolo ha assicurato “nuovi impegni per la stabilità” e ha chiarito che fornirà “ampia liquidità” al mercato. Secondo i regolatori, un gruppo di importanti broker si è impegnato ad acquistare azioni per “riportare la calma nel mercato, colpito da un panico ingiustificato”. Il governo ha ordinato inoltre alle controllate pubbliche di acquistare azioni e allentato i limiti sulla quantità di investimenti da parte delle società di assicurazioni e ha promesso di continuare a fornire liquidità a credito agli investitori.