Sichuan, migliaia di tibetani chiedono al governo il corpo di Tenzin Delek Rinpoche
I tibetani provengono da varie province della Cina, partiti in segreto e da soli. Proteste anche a New York e San Francisco davanti ai consolati cinesi. Attivista Usa: “La Cina deve pagare per quello che sta facendo”.

Mianyang (AsiaNews) – Circa cento tibetani si sono radunati martedì fuori dalla prigione di Mianyang, città del Sichuan, per chiedere il rilascio del corpo di Tenzin Delek Rinpoche, monaco tibetano morto domenica scorsa mentre scontava una condanna all’ergastolo a seguito di un dubbio processo. Altre mille persone si erano radunate il giorno prima di fronte agli uffici governativi di Nyagchuka e sono state disperso con gas lacrimogeni lanciati dalle autorità cinesi.

Jamyang Nyendrak, tibetano in esilio in Europa, ha riferito a Radio Free Asia che “circa cento persone sono arrivate nel luogo dove Rinpoche è morto, anche se è difficile dire il numero esatto”. Nove persone, tra cui le due sorelle del defunto monaco, dice la fonte, sono giunte da Lithang, città della prefettura autonoma tibetana di Ganzi. Alcuni monaci e monache sono invece giunti dal monastero dove operava (prima di essere arrestato) il monaco, nella contea di Yajiang. Molti, continua Nyendrak, “sono partiti per Chendu in segreto, da soli”.

Tenzin Delek Rinpoche soffriva da tempo di problemi cardiaci che, secondo gruppi per i diritti umani, non sono mai stati curati dai suoi carcerieri. Dopo la morte, le autorità cinesi non hanno restituito il corpo ai familiari.

Tenzin era stato condannato a morte nel dicembre del 2002 insieme all’attivista 28enne Lobsang Dhondup, per un attentato a Chengdu avvenuto nell’aprile dello stesso anno: l’esplosione di una bomba aveva ucciso una persona e ferito una seconda. I funzionari cinesi si sono sempre rifiutati di fare un processo a porte aperte (al contrario di quanto prevede la legge cinese) e di rilasciare il verdetto o gli atti d’accusa.

Rose Tang, attivista per i diritto umani di New York, riporta che martedì 14 luglio circa 50 persone hanno protestato al consolato cinese della città e altri 40 di fronte a quello di San Francisco.

Sophie Richardson, direttore dell’Osservatorio per i diritti umani della Cina, parlando ad un dibattito organizzato dalla Commissione per i diritti umani Tom Lantos, ha detto che il governo statunitense “deve esprimersi in modo più chiaro e far pagare un prezzo al governo cinese quando compie questi atti come rifiutarsi di rilasciare il corpo di Tenzin Delek Rinpoche alla sua famiglia e alla sua comunità”.

La Richardson ha anche proposto di cancellare i colloqui sulla lotta al terrorismo che Washington e Pechino avranno a breve: “Parlare di antiterrorismo con un governo che ha perseguitato Tenzin con l’accusa di terrorismo sarebbe terribile”.