Sri Lanka, leader religiosi: Alle elezioni generali vinca la democrazia
di Melani Manel Perera
Il 17 agosto di vota per eleggere il nuovo Primo ministro e il nuovo Parlamento. L’appello a votare candidati per la loro onestà e capacità, non per l’appartenenza politica.

Colombo (AsiaNews) – Leader di tutte le religioni in Sri Lanka lanciano appelli alla popolazione, affinché alle elezioni generali “vinca la democrazia e la volontà di dare un futuro migliore alle nuove generazioni”. Il prossimo 17 agosto il Paese andrà al voto per eleggere il nuovo Parlamento e il nuovo Primo ministro. La candidatura di personaggi ritenuti discutibili – come l’ex presidente Mahinda Rajapaksa – ha spinto la Conferenza episcopale, il Congresso delle religioni e altri organismi cristiani e buddisti a mobilitarsi per sensibilizzare i cittadini.

“La lealtà a un partito – scrivono i vescovi cattolici – non dovrebbe essere l’unico criterio di scelta di voto. Educazione, cultura generale, integrità, onestà, e rispetto dello Stato di diritto sono qualità che dovrebbero caratterizzare quanti aspirano alla leadership politica”. Pubblicato il 31 luglio scorso, il comunicato porta le firme del card. Malcolm Ranjith e di mons. Valence Mendis, rispettivamente presidente e segretario generale della Conferenza episcopale dello Sri Lanka (Cbcsl).

“Sono passati 67 anni – ha dichiarato invece il Congresso delle religioni – da quando lo Sri Lanka ha ottenuto l’indipendenza. Corruzione, frodi, alcol, gioco d’azzardo e droga stanno distruggendo la nostra madre terra, che è piena di risorse naturali. L’ordine pubblico non è stato mantenuto. Abbiamo bisogno di un Paese che rispetti la giustizia e le leggi”.

Il ven. Ittapane Dhammalankara Thero, monaco buddista membro del Congresso delle religioni, ha sottolineato: “Oggi possiamo sperimentare un’atmosfera pre-elettorale più pacifica che in passato. Dobbiamo ringraziare il commissario elettorale per questo. Ma abbiamo la responsabilità di mantenere questo clima, scegliendo candidati onesti quando andremo al voto. Perché il Parlamento è un luogo sacro, dove devono entrare solo persone adatte e irreprensibili”.