Papa sulla preghiera: Dio è “la carezza che ci tiene in vita”
All’udienza generale, papa Francesco spiega il valore della preghiera nella vita familiare. Riscoprire l’affetto per Dio. Egli non è solo “il grande Essere, l’Onnipotente che ha fatto ogni cosa, il Giudice che controlla ogni azione”. “Ci sono mamme e papà che potrebbero vincere il Nobel” perché in 24 ore fanno cose che avrebbero bisogno di 48 ore. “Il Vangelo letto e meditato in famiglia è come un pane buono che nutre il cuore di tutti”. L’appuntamento il primo settembre alle ore 17 in san Pietro per una liturgia della Parola nella Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, insieme agli ortodossi.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Imparare ai bambini a fare il segno della croce; leggere il vangelo in famiglia; pregare al mattino, alla sera e prima dei pasti; dire il rosario: sono alcuni dei suggerimenti offerti oggi da papa Francesco all’udienza generale di oggi, incentrata sulla preghiera da vivere in famiglia, a cui hanno partecipato circa 30mila pellegrini da molte parti del mondo, fra cui Cina e Dubai.

Prima della fine, il pontefice ha ricordato che il primo settembre prossimo è la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, istituita da lui in unità con Bartolomeo I e le Chiese ortodosse. Il papa ha invitato “tutti i romani, tutti i pellegrini e tutti coloro che lo desiderano” a partecipare a una liturgia della Parola che si terrà nella basilica di san Pietro alle ore 17. L’incontro vuole offrire “il ns contributo al superamento della crisi ecologica che l’umanità sta vivendo”, responsabilizzando tutti verso “uno stile di vita sobrio e coerente”, come sottolineato nell’enciclica “Laudato sì”.

La prima parte dell’udienza ha svolto il tema della preghiera nella vita familiare, dopo aver affrontato i temi della festa (12 agosto) e del lavoro (19 agosto).

Francesco è partito dal “dispiacere” che molti hanno nel desiderare di pregare, ma “mi manca il tempo”. Egli ha detto che la radice della preghiera sta nel “coltivare nel cuore un amore ‘caldo’ per Dio, un amore affettivo”: “lo spirito della preghiera abita anzitutto qui. E se abita qui, abita tutto il tempo e non ne esce mai”.

Dio non è soltanto “il grande Essere, l’Onnipotente che ha fatto ogni cosa, il Giudice che controlla ogni azione”: Egli è “come la carezza che ci tiene in vita, prima della quale non c’è nulla… Una carezza dalla quale niente, neppure la morte, ci può distaccare”.

“Se l’affetto per Dio non accende il fuoco, lo spirito della preghiera non riscalda il tempo. Possiamo anche moltiplicare le nostre parole, ‘come fanno i pagani’, diceva Gesù; oppure anche esibire i nostri riti, ‘come fanno i farisei’ (cfr Mt 6,5.7). Un cuore abitato dall’affetto per Dio fa diventare preghiera anche un pensiero senza parole, o un’invocazione davanti a un’immagine sacra, o un bacio mandato verso la chiesa”.

Da qui “la bellezza”  di “quando le mamme insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Madonna”; dell’imparare a chiamare Dio “Abba, Padre”, con “con la stessa spontaneità con la quale impari a dire ‘papà’ e ‘mamma’”.

“Il tempo della famiglia – ha aggiunto - è un tempo complicato e affollato, occupato e preoccupato. E’ sempre poco, non basta mai. Ci sono sempre tante cose da fare. Chi ha una famiglia impara presto a risolvere un’equazione che neppure i grandi matematici sanno risolvere: dentro le ventiquattro ore ce ne fa stare il doppio! Così! Ci sono mamme e papà che potrebbero vincere il Nobel, per questo! In 24 ore fanno 48 ...”.

“Lo spirito della preghiera riconsegna il tempo a Dio, esce dalla ossessione di una vita alla quale manca sempre il tempo, ritrova la pace delle cose necessarie, e scopre la gioia di doni inaspettati. Delle buone guide per questo sono le due sorelle Marta e Maria, di cui parla il Vangelo che abbiamo ascoltato; esse impararono da Dio l’armonia dei ritmi familiari: la bellezza della festa, la serenità del lavoro, lo spirito della preghiera (cfr Lc 10,38-42). La visita di Gesù, al quale volevano bene, era la loro festa. Un giorno, però, Marta imparò che il lavoro dell’ospitalità, pur importante, non è tutto, ma che ascoltare il Signore, come faceva Maria, era la cosa veramente essenziale, la “parte migliore” del tempo”.

“La preghiera – ha spiegato - sgorga dall’ascolto di Gesù, dalla lettura del Vangelo - non dimenticarlo:  tutti i giorni leggere un passaggio del Vangelo -  dalla confidenza con la Parola di Dio. C’è questa confidenza nella nostra famiglia? Abbiamo in casa il Vangelo? Lo apriamo qualche volta per leggerlo assieme? Lo meditiamo recitando il Rosario? Il Vangelo letto e meditato in famiglia è come un pane buono che nutre il cuore di tutti. E alla mattina e alla sera, e quando ci mettiamo a tavola, impariamo a dire assieme una preghiera, con molta semplicità: è Gesù che viene tra noi, come andava nella famiglia di Marta, Maria e Lazzaro”.

“Nella preghiera della famiglia – ha concluso -  nei suoi momenti forti e nei suoi passaggi difficili, siamo affidati gli uni agli altri, perché ognuno di noi in famiglia sia custodito dall’amore di Dio”.