Oggi torna in piazza “You Stink” che alza il tiro, vuole nuove elezioni
Le richieste del movimento saranno discusse anche dal vertice cristiano-musulmano in programma lunedì a Bkirki. Il primo ministro Salam Tammam ha chiesto l’aiuto della Turchia.

Beirut (AsiaNews) – La richiesta di dimissioni del ministro dell’ambiente Mohammed al-Mashnouq sarà al centro della manifestazione che oggi pomeriggio tornerà a occupare piazza dei Martiri, al centro di Beirut, promossa dal movimento “You Stink” (Tu puzzi).

Nata per la crisi (nella foto) creata dalla decisione governativa di chiudere la discarica di Naameh, a sud di Beirut, la campagna ha alzato il tiro e ora i suoi promotori sperano di costringere a nuove elezioni politiche dopo che il parlamento ha “illegalmente” prolungato per due volte il suo mandato e non riesce a eleggere un nuovo capo dello Stato.

Le manifestazioni, iniziate il 17 luglio, hanno visto la dura reazione della polizia, intervenuta con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua e ci sono stati un morto e decine di feriti. La durezza dell’intervento delle forze dell’ordine e ieri il ministro dell'Interno Nouhad al-Mashouq ha riconosciuto che gli agenti hanno "usato forza eccessiva" durante le proteste.

La situazione, peraltro, preoccupa anche la Chiesa maronita. Il vescovo maronita di Beirut, Boulos Matar, ha dichiarato ieri al quotidiano Al-Joumhouria che il vertice cristiano-musulmano in programma lunedì a Bkirki vuole sottolineare l'importanza di eleggere un presidente rapidamente e di discutere le richieste dei manifestanti anti-governativi.

Nel tentativo di risolvere la crisi, ancora ieri il primo ministro Salam Tammam ha chiesto l’aiuto della Turchia per risolvere la crisi di smaltimento dei rifiuti. A quanto riferito dall’agenzia Anatolia, Tamman ha contattato il suo omologo turco Ahmet Davutoglu per discutere la questione. Questi avrebbe affermato la disponibilità turca. “La Turchia ha i mezzi per porre fine al problema”, ha detto Davutoglu che ha dato disposizioni perché un gruppo di tecnici si rechi a Beirut "il più presto possibile" per affrontare la crisi.