Giappone, centinaia di migliaia evacuati per il tifone Etau: "E' come uno tsunami"
Anche se declassato a “tempesta tropicale”, il passaggio del tifone ha provocato piogge torrenziali che hanno messo in ginocchio il Paese. Almeno 22 dispersi, decine di persone salvate dagli elicotteri militari dopo aver passato la notte sui tetti. L’Agenzia meteorologica avverte: “Possibili nuovi disastri”.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – Proseguono le operazioni di soccorso a Joso, città della prefettura di Ibaraki lontana 50 chilometri da Tokyo travolta dalle acque del fiume Kinugawa. I soccorritori sono impegnati nella ricerca di almeno 22 dispersi, mentre decine di persone vengono portate via su elicotteri militari dopo aver passato la notte sui tetti degli edifici. Il governo ha ordinato l’evacuazione di più di 30mila persone, dato che le piogge torrenziali che stanno colpendo il Paese non accennano a diminuire.

Decine di case sono state spazzate via e più di 3.500 persone sono state portate nei centri di evacuazione. Il passaggio del tifone Etau, declassato a “tempesta tropicale”, sta per colpire la parte est del Giappone. L’Agenzia metereologica nazionale ha emanato un’allerta per la prefettura di Miyagi e ha avvertito della possibilità di nuove inondazioni nelle prossime ore. La situazione, ha spiegato il direttore Takuya Deshimaru, “è anormale. L’area è a serio rischio”.

A Sendai le autorità hanno chiesto a 412mila persone di tenersi pronte a lasciare le proprie case. Akira Motokawa, funzionario della città di Joso, ha detto ai microfoni della Nhk che i soccorritori sono stati in grado di tenere il passo alle richieste di aiuto. L’Agenzia di gestione dei disastri ha detto che 22 persone sono state ferite dalle tempeste negli ultimi due giorni, tra cui tre donne anziane. Non è chiaro se vi siano o meno vittime.

Jiro Nakayama, 70 anni, racconta: “Davanti a me ho visto scene simili a quelle dello tsunami del 2011”. Hisako Sekimoto, 62 anni, ha passato la notte sul tetto prima di essere salvata da un elicottero militare: “Ho passato la notte sveglia, non c’era tempo per uscire ma soltanto per salire le scale. È stato orribile, ho continuato a pregare affinché l’acqua non ci travolgesse”.