Papa: solidarietà, giustizia e partecipazione sono i principi per affrontare i problemi dell’ambiente
A ministri dell’Ambiente dell’Unione europea Francesco ribadisce che “le persone più vulnerabili dal degrado ambientale sono i poveri”. Onorare il “debito ecologico” che c’è soprattutto tra Nord e Sud, connesso a squilibri commerciali. Aprire le porte a un dialogo ispirato dalla “ecologia integrale”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Solidarietà, giustizia e partecipazione. Sono i tre “principi” indicati dal Papa a ministri dell’Ambiente dell’Unione europea, ricevuti prima dell’udienza generale, per affrontare la “responsabilità” di tale “bene collettivo, patrimonio dell’intera umanità”, in vista della conferenza sul clima che si terrà a  Parigi dal 30 novembre (Cop 21).

“Vorrei soffermarmi – ha detto Francesco - su tre principi. In primo luogo, il principio di solidarietà, parola talvolta dimenticata, altre volte abusata in maniera sterile. Sappiamo che le persone più vulnerabili dal degrado ambientale sono i poveri, che ne patiscono le conseguenze più gravi. Solidarietà vuol dire allora mettere in atto strumenti efficaci, capaci di unire la lotta al degrado ambientale con quella alla povertà. Esistono numerose esperienze positive in tale direzione. Si tratta, ad esempio, di sviluppo e trasferimento di tecnologie appropriate, capaci di utilizzare al meglio risorse umane, naturali, socioeconomiche, maggiormente accessibili a livello locale, in modo da garantire una loro sostenibilità anche nel lungo periodo”.

“In secondo luogo, il principio di giustizia. Nell’enciclica ‘Laudato sì’ ho parlato di ‘debito ecologico’, soprattutto tra Nord e Sud, connesso a squilibri commerciali con conseguenze in ambito ecologico, come pure all’uso sproporzionato delle risorse naturali compiuto storicamente da alcuni Paesi. Dobbiamo onorare questo debito. Questi ultimi sono chiamati a contribuire, a risolvere questo debito dando il buon esempio, limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, apportando risorse ai Paesi più bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile, adottando sistemi di gestione adeguata delle foreste, del trasporto, dei rifiuti, affrontando seriamente il grave problema dello spreco del cibo, favorendo un modello circolare dell’economia, incoraggiando nuovi atteggiamenti e stili di vita”.

“In terzo luogo, il principio di partecipazione, che richiede il coinvolgimento di tutte le parti in causa, anche quelle che spesso rimangono al margine dei processi decisionali. Viviamo infatti in un momento storico molto interessante: da una parte la scienza e la tecnologia mettono nelle nostre mani un potere senza precedenti; dall’altra, il corretto uso di tale potere presuppone l’adozione di una visione più integrale  e integrante. Ciò richiede di aprire le porte ad un dialogo, dialogo ispirato da tale visione radicata in quella ecologia integrale, che è oggetto dell’enciclica ‘Laudato sì’. Si tratta ovviamente di una grande sfida culturale, spirituale ed educativa. Solidarietà, giustizia e partecipazione per rispetto della nostra dignità e per rispetto del creato”.

“La Cop21 – ha concluso il Papa - si avvicina velocemente e c’è ancora tanta strada da fare per giungere ad un risultato capace di raccogliere positivamente i numerosi stimoli che sono stati offerti come contributo a questo importante processo. Vi incoraggio vivamente ad intensificare il vostro lavoro, insieme a quello dei vostri colleghi, affinché a Parigi si arrivi al risultato desiderato. Da parte mia e della Santa Sede non mancherà il sostegno per rispondere adeguatamente tanto al grido della Terra quanto al grido dei poveri”.