Tashkent, il governo frena i pellegrinaggi alla Mecca
Numero chiuso; lunghe liste d’attesa; tempi ristretti per le assenze all’estero; pile di documenti; concessione di poca valuta straniera. Il pellegrinaggio viene permesso solo a 5mila fedeli ogni anno. Timori di indottrinamento al fondamentalismo wahabita.

Tashkent (AsiaNews/Forum 18) – Il governo uzbeko impone forti limiti ai pellegrinaggi verso la Mecca fissando un numero chiuso di pellegrini, una lista d’attesa lunghissima, mettendo difficoltà nel ricevere dalle banche valuta straniera.

Il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei pilastri dell’islam, a cui sono invitati/obbligati tutti gli adulti almeno una volta nella vita.

La popolazione uzbeka si aggira sui 27,5 milioni di abitanti e il 90% appartiene alla religione musulmana. Nonostante ciò, il pellegrinaggio è permesso solo a poco più di 5mila fedeli: la stessa quota di pellegrini del Kirghizistan, che ha una popolazione pari a un quarto di quella uzbeka.

Prima di ricevere il permesso, gli intenzionati devono presentare miriadi di documenti fra cui il certificato di residenza, di buona salute, una raccomandazione del sindaco della propria città, un certificato d’impegno caritativo. Essi devono poi passare per un dialogo/interrogatorio con le autorità e precisare bene le date di partenza e di ritorno nel Paese, che non possono superare l’intervallo di tre settimane. Una regola non scritta è che agli adulti al di sotto del 45 anni non viene dato il permesso.

Tutte queste direttive aprono la strada alla corruzione (posti in cima alla lista d’attesa pagati sottobanco; favori alle autorità più in vista; ecc…), ma soprattutto rendono difficile per una persona poter soddisfare il precetto islamico.

Una persona intervistata da Forum 18 afferma sconsolata che lei potrà andare alla Mecca solo quando avrà 205 anni!.

Le autorità non spiegano il motivo di queste restrizioni. Ma è molto probabile che essi temono che stando alla Mecca, la popolazione uzbeka possa essere indottrinata al fondamentalismo wahabita.