Kathmandu: Festeggiamo tutti la nuova Costituzione. Ma le minoranze sono sotto coprifuoco
di Christopher Sharma
Il presidente del Nepal promulgherà domani il testo costituzionale. Festa nazionale per due giorni. Il coprifuoco nella regione del Terai impone di non uscire dalle case e non radunarsi nei luoghi pubblici. Leader delle minoranze: “Governo invita al dialogo ma poi ci tiene sotto tiro con le armi”. Comitati per il dialogo disposti a incontrare le autorità per emendare la carta fondamentale.

Kathmandu (AsiaNews) - Il governo del Nepal ha lanciato un appello affinchè tutta la popolazione si unisca ai festeggiamenti per la nuova Costituzione, approvata nella notte del 16 settembre dopo lunghi anni di discussioni. Ma nella regione del Terai (nel distretto meridionale di Morang), dove risiedono le minoranze madhese e tharu che in questi mesi hanno dato vita ad aspre contestazioni, vige ancora il coprifuoco, stabilito da Kathmandu per sedare le proteste.

Le autorità hanno indetto due giorni di festa nazionale per celebrare lo storico evento, che mette fine al processo costituente iniziato al termine della guerra civile del 2006. La festa inizierà alle 5:00 di pomeriggio (ora locale) di domani e proseguirà per tutta la giornata successiva. Minendra Rijal, ministro dell’Informazione e portavoce del governo, ha dichiarato: “Il presidente del Nepal promulgherà in via ufficiale la nuova Costituzione domenica pomeriggio. Chiedo a tutti di partecipare con raduni festosi e candele accese ai numerosi eventi previsti per la serata di domani e l’intera giornata di lunedì”.

Bijaya Kumar Gachchhadar, leader dei gruppi minoritari, denuncia: “Il governo ci chiede di festeggiare ma impone il coprifuoco nella nostra regione. L’esercito ci tiene sotto tiro con le armi ed entra nelle nostre case minacciando di arrestarci. Come possiamo fare festa per questa Costituzione?”. Il politico continua sottolineando che le comunità tribali del Paese chiedevano di costituire una provincia autonoma per garantire i diritti delle minoranze, mentre i tre maggiori partiti del Paese “non ci hanno voluto ascoltare” e hanno mantenuto la suddivisione amministrativa in sette province.

Rajkumar Lekhi, un altro esponente politico dei gruppi discriminati, ricorda che nelle manifestazioni delle settimane scorse è morto anche un bambino schiacciato dalla folla. “Dopo quell’incidente - dice - noi non possiamo più muoverci dalle abitazioni e non possiamo raccoglierci nei luoghi pubblici. Anche se l’Assemblea costituente ormai ha votato il testo finale, siamo disponibili a nuove modifiche attraverso gli emendamenti. Abbiamo già formato dei comitati per il dialogo e ci presenteremmo subito davanti al governo, se esso ci invitasse”.