Emergenza roghi, Kuala Lumpur contro Jakarta: servono misure concrete
Il governo malaysiano ordina due giorni di chiusura delle scuole e lancia una protesta ufficiale contro il governo indonesiano. Il premier Najib Razak chiede di “condannare le società coinvolte”. Ma per il presidente Jokowi "serve tempo" per risolvere l’emergenza. A causa dell’inquinamento Malaysia e Singapore cancellano competizioni sportive.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) - Il governo di Kuala Lumpur chiude (ancora) per due giorni le scuole del Paese e lancia una protesta ufficiale nei confronti di Jakarta, chiedendo misure concrete per fermare l’emergenza roghi che sta colpendo da settimane Indonesia, Malaysia e Singapore. In una nota diffusa dall’agenzia ufficiale Bernama il premier malaysiano Najib Razak ha dichiarato che “solo l’Indonesia può raccogliere le prove e condannare le società coinvolte”. Tuttavia, già nei giorni scorsi il presidente indonesiano Joko “Jokowi” Widodo aveva affermato che “si tratta di un problema che non si può risolvere con facilità”. 

Per fronteggiare l’emergenza roghi, i vertici di Jakarta hanno stanziato oltre 20mila operatori, fra cui soldati dell’esercito. 

Nella vicina Malaysia cinque aree sono considerate “a forte rischio per la salute” con inquinanti ben sopra la media e a livelli giudicati “pericolosi”. La coltre di fumo sprigionata dagli incendi può causare tosse, difficoltà respiratorie e infezioni polmonari. Il ministro malaysiano dell’Istruzione Mahdzir Khalid ha sottolineato che “non siamo disposti a compromessi se è in gioco la salute dei nostri studenti”. 

Ieri intanto gli organizzatori hanno cancellato all’ultimo momento una delle più importanti maratone che si disputano durante l’anno a Kuala Lumpur, nel timore di danni alla salute degli oltre 30mila podisti iscritti alla competizione.

Il giorno precedente Singapore aveva cancellato diverse gare in programma per la tappa locale della Coppa del mondo di nuoto, a seguito di un progressivo peggioramento della qualità dell’aria passata da “malsana” a “molto malsana” e con il Pollutant Standards Index che ha raggiunto quota 242. Le autorità locali continuano la distribuzione di decine di migliaia di mascherine alla popolazione. 

Da settimane una densa coltre di fumo, sprigionata da incendi dolosi o provocati dagli agricoltori per ripulire i campi, avvolge intere aree dell’arcipelago e provoca seri danni alla salute dei cittadini. Nelle scorse settimane le autorità malaysiane hanno ordinato la temporanea chiusura delle scuole a Kuala Lumpur e nelle aree circostanti. 

Ambientalisti e attivisti puntano il dito contro le compagnie dedite alla produzione di olio di palma, in particolare i coltivatori illegali, i principali responsabili dei roghi. L’emergenza roghi aveva colpito il Paese anche l’anno scorso quando, secondo i dati del dipartimento della Salute di Pkanbaru, 30mila persone hanno sofferto di gravi problemi respiratori a causa del fumo.

Contro l’emergenza roghi in Indonesia, causa di forti nebbie e problemi respiratori anche nei Paesi vicini, il presidente Joko “Jokowi” Widodo mette in campo l’esercito e la polizia, promettendo pene esemplari contro i responsabili. Di recente le forze dell’ordine hanno aperto un’inchiesta e hanno già operato alcuni arresti fra i presunti responsabili (assieme a mandanti e beneficiari) dei roghi.