Dhaka, arrestati quattro sospetti per l’uccisione di Cesare Tavella: avrebbero agito per soldi
di Sumon Corraya
Un raid della polizia questa mattina ha portato al fermo dei tre presunti esecutori e del proprietario della moto usata dai sicari. Il mandante è un uomo chiamato Boro Bhai (Grande Fratello), ora ricercato. Secondo la polizia, gli uomini hanno agito per soldi, pagati da organizzazioni che vogliono destabilizzare il governo.

Dhaka (AsiaNews) – In un raid compiuto questa mattina, la polizia di Dhaka ha arrestato quattro uomini, sospettati di aver ucciso il cooperante italiano Cesare Tavella un mese fa. Lo ha dichiarato Muntasirul Islam, commissario della Dhaka Metropolitan Police (Dmp). I fermati sono Tanzim Ahmed Rubel, Sakhawat Hossain Sharif, Russell Chowdhury e Minhazul Islam Russell. Tre di essi sono i presunti esecutori del delitto, mentre il quarto sarebbe il proprietario della motocicletta usata dagli aggressori. Il veicolo è stato trovato e requisito dalla polizia.

Cesare Tavella, 51 anni, è stato ucciso con tre colpi d’arma da fuoco il 27 settembre scorso mentre faceva jogging nella strada 90, area Gulshan 2 della capitale, ed è stato dichiarato morto il giorno seguente allo United Hospital. Egli collaborava con la Icco Cooperation, una Ong olandese per lo sviluppo.

Asaduzzaman Mia, commissario della Dmp, ha tenuto una conferenza stampa questa mattina alle 11.30 locali, al Dmp Media Center. Secondo la ricostruzione degli investigatori, i sicari avrebbero agito dietro compenso: “Qualcuno che non vuole il successo di questo governo voleva l’uccisione, ecco perché un uomo chiamato ‘Boro Bhai’, Grande Fratello, ha ordinato a questi uomini di uccidere gli stranieri, e loro l’hanno fatto”. Il 3 ottobre, Hoshi Kunio, cittadino giapponese di 66 anni è stato freddato a Rangpur. Boro Bhai è attualmente ricercato dalla polizia.

“Quando i sicari hanno chiesto a Boro Bhai se avesse qualche inimicizia con lo straniero [Tavella ndr] – continua il commissario – egli ha risposto di no, dicendo che il motivo dell’uccisione era la volontà di mettere sotto pressione il governo”.

Entrambi gli omicidi sono stati rivendicati subito dallo Stato Islamico. In una conferenza stampa del 5 ottobre, però, il primo ministro Sheikh Hasina ha smentito ogni possibile collegamento con il califfato, assicurando che non esistono cellule dell’organizzazione in Bangladesh. Secondo Hasina, gli omicidi sarebbero opera del Bangladesh Nationalist Party (Bnp) e del Jamaat-e-Islami (organizzazione politica islamica).