Sinai, disastro aereo: per l’intelligence Usa è stata una bomba, la Russia chiede cautela
L’intelligence statunitense ritiene inoltre che qualcuno all’aeroporto di Sharm el-Sheikh, da dove l’Airbus è partito, potrebbe aver aiutato a mettere la bomba sull’aereo. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha infatti detto ai giornalisti che “qualsiasi ipotesi su ciò che è accaduto… può essere portata avanti dalle indagini”.

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – La Russia ritiene che siano solo “speculazioni” da  verificare le considerazioni con le quali l’intelligence di Stati Uniti e Gran Bretagna parlano di una bomba collocata sull’ Airbus 321 caduto il 31 ottobre nel Sinai.

Il portavoce del Cremlino,  Dmitry Peskov, ha infatti detto ai giornalisti che “qualsiasi ipotesi su ciò che è accaduto… può essere portata avanti dalle indagini”.

Peskov faceva riferimento a quanto riferito dalla CNN, secondo la quale l’intelligence degli Stati Uniti sarebbe arrivata alla conclusione che a far precipitare l’aereo sarebbe stata una bomba collocata sul velivolo dall’ISIS o da alleati del gruppo terroristico. L’emittente Americana, d’altro  canto, parla di “numerosi funzionari” dei servizi americani secondo i quali “nessuna conclusione formale è stata raggiunta” e che non si hanno “prove giudiziarie”.

L’intelligence statunitense ritiene inoltre che qualcuno all’aeroporto di Sharm el-Sheikh, da dove l’Airbus è partito, potrebbe aver aiutato a mettere la bomba sull’aereo. “Quell’aeroporto – ha detto un funzionario – ha una scarsa sicurezza. E questo è noto. Ma ci sono sospetti di un aiuto da parte di qualcuno all’interno dello scalo”.

Sulla stessa linea anche il ministro degli esteri inglese Philip Hammond, che ha espresso l’opinione del suo governo sulla “significativa possibilità” che sia stato un ordigno esplosivo a provocare l’incidente.