Dinajpur, nuovi attacchi ai cristiani: famiglia sfugge al rogo della casa
di Sumon Corraya
Un gruppo di musulmani ha tentato di bruciare un’intera famiglia cristiana, accusata di stregoneria. Una vittima: “Abbiamo perso tutto, viviamo in povertà assoluta. Se non ritiriamo la denuncia le conseguenze saranno peggiori”. Nelle ultime settimane moltissimi attacchi alle proprietà dei cristiani: il reale intento è l’esproprio delle terre.

Panchagarh (AsiaNews) – Un gruppo di 6 o 7 musulmani ha tentato di bruciare per “stregoneria” i membri di una famiglia cristiana nella loro casa nel villaggio di Kamarpara, nel distretto di Panchagarh, nel nord del Paese. L’episodio è accaduto il 5 novembre scorso, in una casa della parrocchia di Ruhea. Ramni Das, una delle vittime, racconta: “Era mezzanotte quando abbiamo sentito il rumore del fuoco e l’odore del fumo. Per fortuna siamo riusciti a scappare dalla casa. Abbiamo perso tutto, non è rimasto nulla nella nostra abitazione, tutto è andato bruciato. Ora – aggiunge in lacrime – siamo in una povertà assoluta”.

Non è la prima volta che episodi del genere accadono a Kamarpara. Già un anno fa, un gruppo islamico aveva accusato i cristiani di conoscere i riti magici e di nuocere alle persone. Per questo motivo alcune case cristiane erano state attaccate. Secondo Ramni Das, la vera ragione degli attacchi contro i cristiani è la volontà di impossessarsi delle loro terre. Nelle ultime settimane, infatti, si sono moltiplicati in Bangladesh gli attacchi a famiglie cristiane, costrette ad abbandonare le proprie case.

Dopo l’attacco, racconta Ramni, “abbiamo chiesto giustizia al governo tramite la , ma ora viviamo nella stazione di polizia, sotto minaccia per aver sporto denuncia. Essere cristiani ci rende troppo deboli e vulnerabili”. La denuncia è contro 7 persone, ma la polizia non ha compiuto alcun arresto. Di solito, le vittime degli attacchi islamici sono famiglie molto povere. “Viviamo nella paura – afferma l’uomo – e abbiamo sentito che se non ritiriamo l’accusa di incendio doloso contro i musulmani, dovremo affrontare conseguenze ancora più terribili. Noi – conclude – Ramni Das – vogliamo sederci con i musulmani e trovare una soluzione pacifica”.

P. Anthony Sen, parroco di Ruhea, dichiara: “Sono scioccato per l’attacco brutale a persone pacifiche. I musulmani volevano bruciarli vivi! È un grave reato. Desidero una soluzione pacifica e la sicurezza per la mia gente”.

Abul Hossain, presidente del governo locale, afferma di voler “sedersi a un tavolo con i due gruppi presto e spero che la situazione tornerà alla normalità”. Egli ha aggiunto di non voler risolvere la questione con un processo, in modo che cristiani, musulmani e anche indù possano vivere in pace nel futuro, senza strascichi.

Nella parrocchia di Ruhea vivono circa 6mila cattolici e 300 abitano nel villaggio di Kamarpara. Il Bangladesh ha una popolazione di 152 milioni di abitanti, a maggioranza musulmana (89,8%). Le comunità cristiana (0,2% della popolazione) e indù (9,1%) sono soggette a numerosi attacchi ed ad espropri di terreni. Esperti sottolineano che il motivo non è religioso ma economico.