Esule birmano: La vittoria di Aung San Suu Kyi porterà vera democrazia in Myanmar
di Francis Khoo Thwe
Ad AsiaNews Tint Swe parla di un Paese che, dopo il voto, si avvia verso una “nuova era”. La vittoria schiacciante della “Signora” e del partito hanno un “significato enorme”. Il problema dei lavoratori migranti e l’atteggiamento futuro dell’esercito, sul quale è “impossibile” fare previsioni. Interrotto lo sciopero della fame degli studenti in carcere.

Yangon (AsiaNews) - Il Myanmar vive “l’alba di una nuova era”, nel Paese si è aperto un nuovo capitolo della sua storia e si sono spalancate le porte verso un cammino che condurrà “a una normale democrazia”. Sono parole improntate alla soddisfazione e all’ottimismo quelle consegnate ad AsiaNews da Tint Swe, presidente del Burma Center Delhi in India, ex rappresentante all'estero della Lega nazionale per la democrazia (Nld), uno degli esuli birmani di primo piano. Anche per gli esponenti della diaspora, fuggiti in passato durante le repressioni perpetrate dal regime militare contro la dissidenza, il trionfo di Aung San Suu Kyi, grande vincitrice delle elezioni dell’8 novembre, e della Nld sono elemento di soddisfazione. Un successo “schiacciante” della leader e del suo partito che, secondo Swe, “hanno un significato enorme”. 

L’ex rappresentante del governo birmano in esilio vuole “ringraziare il popolo” del Myanmar, che ha mostrato attraverso il voto “grande maturità politica”; a questo si unisce “l’opportunità” colta dall’esercito di “cambiare la cattiva immagine” frutto delle violenze del passato e l’emergere delle istanze locali “delle minoranze etniche”. 

Tint Swe non nasconde invece timori per la sorte “di tre milioni di lavoratori migranti” e degli oltre un milione “che si è risistemato in nazioni sviluppate”. Essi necessitano “di opportunità lavorative” e il Paese deve mostrare una immagine che sia compatibile con quelle di Malaysia, Thailandia, se non addirittura Singapore. 

Al riguardo, egli cita come esempio la cittadina di Kawhmu (nell’area metropolitana di Yangon), che è anche il collegio elettorale di Aung San Suu Kyi, “dove vi sono opportunità lavorative nuove” e rappresenta un modello che è “fonte di speranza”. Inoltre, molti birmani della diaspora oggi residente negli Stati Uniti, Europa e Australia “avranno meno remore” a compiere visite e viaggi in Myanmar. 

Infine, sollecitato sul possibile ruolo futuro dei militari e quale atteggiamento manterranno verso l’esecutivo a guida Nld, egli afferma che “non è possibile” fare previsioni. “Tuttavia, se perdono questo treno - conclude Tint Swe - non vi sarà più speranza alcuna per i militari. Immagino e spero che l’esercito si faccia da parte almeno per i prossimi cinque anni. Anche se questo non significa che esso sarà neutrale”. 

Intanto dal Myanmar giunge notizia della fine dello sciopero della fame promosso da un gruppo di leader studenteschi, incarcerati da tempo per aver promosso proteste e manifestazioni di piazza nei mesi scorsi contro la riforma dell’Istruzione. I giovani hanno interrotto questa forma estrema di protesta per il progressivo deteriorarsi delle loro condizioni di salute; alcuni di loro hanno dovuto ricorrere alle cure mediche in ospedale, con problemi gastrointestinali e un quadro clinico generale critico. La All Burma Federation of Student Unions (Absfu) ringrazia associazioni e attivisti che si sono schierati a fianco degli studenti e chiede di interrompere le proteste sino all’insediamento del prossimo governo.