Bangladesh: cristiani, musulmani e indù chiedono giustizia per p. Parolari
di Sumon Corraya
Circa 200 persone manifestano a Dhaka, chiedendo al governo di trovare i responsabili dell’attacco al missionario del Pime. Avvocato indù: “Oggi mi vergogno di essere bangladeshi. Non riusciamo a difendere chi sacrifica la propria vita per fare del bene”. Una decina di pastori protestanti hanno ricevuto minacce di morte via sms: “Vi restano cinque giorni di vita”.

Dhaka (AsiaNews) – Circa 200 persone, appartenenti a fedi diverse, protestano di fronte al National Press Club di Dhaka, chiedendo giustizia per l’aggressione al sacerdote del Pime Piero Parolari, ferito il 18 novembre scorso e ricoverato in un ospedale militare della capitale. Alla manifestazione partecipano cristiani, musulmani e indù. Rana Dasgupta, pubblico ministero del tribunale per crimini internazionali e leader indù, dice: “Oggi sono qui con un umore molto triste. Un sacerdote, che ha sacrificato tutta la sua vita per la carità, è stato ferito dagli estremisti. È una vergogna per noi essere bangladeshi. Ho anche sentito che altri 12 sacerdoti hanno ricevuto minacce di morte. Se questa situazione andrà avanti, la democrazia nel nostro Paese verrà distrutta presto”.

La manifestazione è organizzata dalla Bangladesh Christian Association (Bca) e da altre organizzazioni cristiane. Alcune persone partecipano mostrando cartelloni con scritto: “Non uccidete per la religione. Gli stranieri sono nostri amici!”. Nirmal Rozario, segretario generale della Bca, afferma: “Siamo perseguitati sempre di più. Il governo non è attento alla nostra situazione e quindi criminali prendono coraggio e ci attaccano. In passato, i cristiani sono stati molte volte vittime, e nessuno ha mai ricevuto giustizia. Ora vogliamo vedere giustizia per l’attacco a p. Piero”.

Rozario conferma che nelle ultime due settimane una decina di pastori protestanti ha ricevuto via sms minacce di morte da parte di un numero sconosciuto. Il messaggio recita: “Mangiate quello che vi piace di più. Vi rimangono solo cinque giorni. Non di più”. Un pastore, che vuole rimanere anonimo, dice: “Dopo queste minacce non posso più uscire”. La polizia di Dhaka ha iniziato ad investigare sul caso.

Benedict Alo D’Rozario, direttore esecutivo di Caritas Bangladesh, partecipa alla protesta: “I missionari del Pime – dice – e molti altri sacerdoti servono il popolo in modo disinteressato. Fanno un lavoro umanitario per persone di tutte le religioni, ma diventano vittime e vengono perseguitati. Noi amiamo e rispettiamo i missionari del Pime per la loro carità e il buon lavoro. Siamo tristi del fatto che alcuni estremisti cerchino di fare loro del male. Oggi siamo venuti per chiedere giustizia e sicurezza per i sacerdoti”.