Corea del Nord: ufficiali del Partito e dell’esercito in fuga dalle purghe di Kim
Il numero di membri di primo piano del regime che espatriano è in aumento. Dal 2011 Kim Jong-un attua il pugno di ferro con chiunque venga sospettato di disobbedienza. Fonte vicina a Pyongyang: “Kim sembra solido, ma la situazione nel Nord è instabile”.

Pyongyang (AsiaNews/Agenzie) – Sono sempre di più gli alti ufficiali del Partito del lavoratori e dell’esercito che scappano dalla Corea del Nord per sfuggire alle purghe “anticorruzione” di Kim Jong-un. Lo afferma una fonte di Yonhap vicina a Pyongyang. Secondo i dati dell’intelligence sudcoreana, dalla presa al potere nel 2011 il leader comunista avrebbe giustiziato 70 membri di primo piano del partito, compreso lo zio materno, ucciso nel 2013 e definito “il più grande traditore di tutti i tempi”.

Secondo la fonte, i coreani del Nord un tempo fuggivano dal Paese a causa delle condizioni di vita difficili e per l’estrema povertà. Ora, invece, si registra una fuga di membri dei quadri del Partito dei lavoratori, che temono che il pugno di ferro adottato dal giovane leader possa colpirli. Lo scorso maggio, Kim Jong-un ha fatto giustiziare il capo delle Forze Armate, accusato di disobbedienza. “In apparenza – dice la fonte – Kim sembra consolidare il suo potere, ma in realtà la situazione nel Nord non è stabile”. È certo che alcuni ufficiali del Dipartimento di sicurezza di Pyongyang hanno abbandonato il Paese.

Tutto questo accade mentre nel Partito fervono i lavori in preparazione del Congresso del prossimo maggio, il primo dopo 35 anni, durante il quale, secondo molti, verranno indicati cambiamenti politici e dei membri della direzione del Partito. Secondo la fonte, però, la priorità di Kim Jong-un dovrebbe essere quella di ridare slancio ad una economia troppo fiacca: “Se il regime non riuscirà a soddisfare i coreani del Nord, il loro disappunto è probabile che cresca”.