Pechino, la giornalista Gao Yu presenta appello: domani la sentenza
La reporter è stata arrestata per la terza volta nell’aprile 2015, e condannata a sette anni di galera per aver “diffuso segreti di Stato”. L’ultima udienza alla Corte Suprema del Popolo di Pechino è durata meno di un’ora. La donna, nota per le sue critiche al regime cinese, soffre di diversi problemi di salute.

Pechino (AsiaNews) – La Corte Suprema del Popolo di Pechino ha ascoltato oggi l’appello presentato dalla famosissima giornalista Gao Yu, 71 anni, condannata a sette anni di carcere con l’accusa di aver diffuso segreti di Stato. L’udienza è durata circa un’ora, durante la quale la Gao ha presentato attraverso il suo legale Shang Bajun nuove prove per la sua difesa. L’avvocato non ha voluto entrare nei dettagli, ma ha aggiunto che la giornalista ha anche letto una dichiarazione spontanea.

La sentenza è attesa per domani, anche se è molto raro che la Corte Suprema ribalti le condanne di primo grado emesse nei confronti di dissidenti e attivisti per i diritti umani. La Gao ha una lunga storia di problemi cardiaci e di pressione alta. Inoltre soffre di sindrome di Meniere, un problema all’orecchio interno che le causa problemi sei di udito e di equilibrio.

Gao, famosissima per le sue acute critiche nei confronti del sistema politico e dei leader cinesi, è tornata in carcere per la terza volta nell’aprile del 2015. È stata arrestata nell’aprile del 2014 per aver fornito una circolare interna del Partito comunista cinese al sito di informazione statunitense Mingjing Monthly. Costretta a “confessare” le sue colpe davanti alla tv di Stato, alla vigilia del processo la giornalista ha poi rivelato che dietro la confessione vi era il tentativo di proteggere il figlio e la famiglia, oggetto di minacce.

Al centro dell’accusa ci sarebbe il “Documento n° 9”, un testo redatto dal Partito comunista che ordina ai propri membri e alle forze dell'ordine di frenare “sette influenze sovversive” presenti nella società, fra cui le richieste di democrazia costituzionale, bollata come “occidentale”, e i “valori universali” quali la libertà di parola e il rispetto dei diritti umani.