Bambini soldato dello Stato islamico giustiziano alcuni prigionieri dell’esercito siriano
I jihadisti hanno diffuso un nuovo video che mostra alcuni bambini, di circa 10 anni, usati per uccidere sei fra soldati e miliziani filo-governativi. Cinque di loro uccisi a colpi di pistola, l’ultimo decapitato. Un “messaggio” diretto a quanti “si oppongono” allo SI. Attivisti ed esperti sottolineano come l’Isis non nasconda, ma voglia “ostentare” la pratica dei bambini soldato.

Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Le milizie dello Stato islamico (SI) hanno diffuso nel pomeriggio di ieri un nuovo, raccapricciante video, in cui si vedono sei bambini soldato arruolati dai jihadisti giustiziare (nella foto un’immagine del video) membri delle forze di sicurezza siriane. Gli ostaggi sono soldati dell’esercito del presidente Bashar al Assad, da tempo nelle mani dei miliziani. I primi cinque soldati sono uccisi a colpi di pistola, mentre l’ultimo viene decapitato secondo un rituale più volte visto in passato. 

Intitolato “Per i figli degli Ebrei”, il video realizzato dallo SI è assai curato nei dettagli, con una sceneggiatura e vari riferimenti che richiamano i più popolari videogiochi di azione e di guerra; esso mostra in un primo momento decine di bambini, dell’età di circa 10 anni, intenti a studiare il Corano e apprendere l’arte della guerra e della lotta corpo a corpo. 

In un secondo momento, sei di questi ragazzini sono scelti dal loro istruttore per “mandare un messaggio” a quanti si oppongono allo Stato islamico, giustiziando secondo una sceneggiatura preparata con cura alcuni elementi delle forze di sicurezza nelle mani dei miliziani. 

Le milizie dello Stato islamico non sono certo il primo esercito o gruppo combattente irregolare a usare i bambini soldato per operazioni di guerra; tuttavia, finora essi venivano utilizzati nei posti di blocco o per raccogliere informazioni di intelligence. Con l’arrivo di Daesh (acronimo arabo per lo SI) si è registrato uno scatto ulteriore, con l’uso di giovani e giovanissimi per giustiziare prigionieri. 

Nel filmato è possibile vedere ciascuno dei sei ragazzi che attraversa una fortezza in rovina, alla ricerca del prigioniero da giustiziare, accompagnato in sottofondo da musiche e rumori di scena; ogni prigioniero aveva in precedenza fornito il nome, l’anno di nascita e descritto il suo ruolo all’interno delle forze di sicurezza o delle milizie filo-governative. 

Secondo quanto emerge dall’introduzione al video, esso è stato girato nella provincia di Deir Ezzor (Wilayat al-Khayr), nella zona orientale della Siria sotto il controllo dei jihadisti. 

Stime dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, gruppo con base a Londra e una fitta rete di informatori sul terreno, indicano che lo SI ha reclutato oltre 1.100 bambini soldato dall’inizio del 2015, di cui 50 sono stati uccisi. Attivisti e gruppi pro diritti umani internazionali sottolineano che, a differenza di altri gruppi o eserciti, i jihadisti “non nascondono” la pratica dei bambini soldato, ma tendono “a ostentarla” come segno distintivo. Il loro utilizzo, spiega un esperto, è parte della loro campagna internazionale di “indottrinamento”, per far capire al mondo “come saranno le nuove generazioni” nate e cresciute “sotto il Califfato”.