Bangkok, migliaia in processione per la cremazione del patriarca buddista
di Weena Kowitwanij
Somdet Phra Yannasangwon è stato il 19mo Patriarca Supremo del Paese, carica di nomina reale. Ribattezzato Charoen Suvaddhano – “colui che è divenuto grande” – era morto due anni fa. I suoi resti mortali, secondo la tradizione, hanno atteso 24 mesi per permettere ai fedeli di rendere l’estremo saluto. La pira accesa dal principe della corona Vajiralongkorn.

Bangkok (AsiaNews) – Decine di migliaia di persone hanno partecipato ai funerali e alla cremazione del 19mo Supremo Patriarca buddista della Thailandia, Somdet Phra Yannasangwon, morto due anni fa. I suoi funerali sono durati tre giorni, dal 15 al 17 dicembre, e si sono conclusi con l’accensione della pira funebre da parte del principe della corona Vajiralongkorn e la composizione delle sue ceneri. Nominato dal re Bhumibol Adulyadej alla carica, il leader religioso era noto anche come Charoen Suvaddhano – “colui che è divenuto grande”. Il Dalai Lama lo ha più volte definito “il mio fratello maggiore”.

Nato il 3 ottobre 1913, Suvaddhano diventa il capo del buddismo thai nel 1989. Muore il 24 ottobre del 2013 per una infezione del sangue: è l’unico dei patriarchi ad aver vissuto 100 anni. I suoi resti mortali sono rimasti in questo periodo nel Tamnak Phetch, Centro spirituale del tempio Bavornives di Bangkok.

L’accensione della pira funebre è avvenuta ieri sera: i fedeli hanno preparato degli altari sui tre chilometri effettuati dalla processione funeraria, e hanno offerto incenso e fiori per il rogo. Questa mattina il principe ha presieduto alla composizione delle ceneri e, il prossimo 19 dicembre 2015, porrà l’urna nel tempio Bavornives. Qui potrà essere salutata dai suoi seguaci.

Noto per la sua estesa conoscenza delle lingue e per aver fatto da maestro all’attuale re nei 15 giorni che il sovrano trascorse in monastero, il Patriarca Supremo era amato anche dai buddisti di altre tradizioni. Soprattutto i seguaci della “setta gialla” del buddismo tibetano, che riconoscono “unione di spiriti” fra i patriarchi thai e i vari Dalai Lama.

Il 95% dei circa 69 milioni di thailandesi segue il Buddhismo Theravada – o “via degli anziani” – una corrente ortodossa che si caratterizza per la rigida linea conservatrice e per la Sangha – comunità dei monaci – il cui obiettivo primario è lo studio mnemonico dei testi sacri e il passaggio di questa tradizione ai posteri.

La figura del Patriarca Supremo (in lingua thailandese “phrasangkharat”, ovvero “re della Sangha”) è stata creata nel 1872 da Rama I, il primo re della dinastia regnante. Come capo del buddhismo in Thailandia, il Patriarca Supremo promuove la religione e guida il Consiglio Supremo della Sangha, il cui compito ufficiale è quello di supervisionare i monaci (circa 200mila) e i novizi (circa 70mila) di tutte le sette buddhiste del Paese, assicurandosi che essi seguano gli insegnamenti del Buddha, o meglio che osservino i rituali prescritti e non violino le regole stabilite dal Consiglio.