Natale nella giungla per i cattolici tamil, fra zanzare ed elefanti (Foto)
di Melani Manel Perera
Gli abitanti del villaggio di Mullikulam vivono da 25 anni come sfollati nella giungla di Marichchikattu. Non ci sono case, servizi igienici, acqua corrente, elettricità. Anche partecipare alla messa di mezzanotte di Natale è “pericoloso, per la presenza di elefanti sulla strada”. L’esercito organizza il trasporto da e per il campo profughi, ma “i soldati semplici non possono fare niente per porre fine all’occupazione militare: la decisione deve venire dall’alto”.

Mullikulam (AsiaNews) – I cattolici tamil che da oltre 25 anni vivono come sfollati interni nella giungla di Marichchikattu hanno festeggiato il Natale circondati da zanzare, serpenti ed elefanti. Essi riferiscono ad AsiaNews: “Abbiamo potuto celebrare la messa di Natale solo alle 10 di sera del 24 dicembre, perchè essere presenti a quella di mezzanotte era troppo pericoloso a causa della presenza degli elefanti sulla strada”.  I tamil non possono ancora fare ritorno alle loro case nel villaggio di Mullikulam (nella provincia nord-occidentale dello Sri Lanka), nella diocesi di Mannar, occupato dall’esercito durante la guerra civile. “Con la perdita delle nostre case – riferiscono – abbiamo perso la felicità. Preghiamo Gesù Bambino affinchè cambi l’atteggiamento egoista delle autorità. Vogliamo indietro il nostro villaggio”.

La comunità cattolica tamil di Marichchikattu ha potuto partecipare alla messa solo grazie all’intervento delle forze armate, che ha messo a disposizione degli autobus per prendere e riaccompagnare le persone, evitando loro il pericoloso percorso a piedi all’interno della giungla. “Siamo grati del loro aiuto – dicono – e del fatto che dopo la liturgia ci hanno offerto caffè e biscotti. Ma la nostra unica preghiera è ritornare al nostro villaggio”.

I tamil abitano il villaggio di Mullikulam fin dal 1800. La popolazione viveva di agricoltura, allevamento e pesca artigianale. Ma nel 1990, con lo scoppio della guerra civile, la Marina militare ha sequestrato le abitazioni e le utilizza per propri scopi. Anche la chiesa parrocchiale di Nostra Signora dell’Assunzione rientra nella base navale. Gli ex residenti possono entrare nel villaggio solo per le funzioni religiose e i bambini solo durante l’orario scolastico.

Dharshani Croos e Roxy, due giovani, dicono ad AsiaNews: “Se avessimo vissuto nel villaggio, avremmo addobbato la chiesa e le case con decorazioni natalizie, organizzato canti e celebrazioni. Niente di tutto questo è stato fatto”. Altre donne raccontano di essere giunte alla chiesa solo nel pomeriggio del 24 dicembre, portando decorazioni semplici fatte di palloncini e la culla con Gesù Bambino.

Alcuni militari della Marina hanno aiutato ad addobbare la facciata con luci colorate. Calistus Croos commenta: “Sono davvero molto buoni con noi. Ci dicono che comprendono la nostra sofferenza, ma non possono fare nulla per migliorare la situazione perché tutto dipende dagli ordini impartiti dagli alti ufficiali”. E conclude: “Vivevamo una vita felice e in prosperità. I frutti della terra ci davano il necessario per vivere. Ora invece siamo dispersi. Alcuni vivono nella giungla, altri sfollati in altri luoghi. Molti invece sono morti”.