Riyadh, giustiziati 47 “terroristi”, fra cui il dignitario sciita Nimr al-Nimr
Sono le prime esecuzioni del nuovo anno. Lo scorso anno ve ne sono state più di 150. Sheikh Nimr criticava l’emarginazione della comunità sciita ella società saudita (sunnita). Le minacce dell’Iran.

Riyadh (AsiaNews) – L’Arabia saudita ha iniziato l’anno nuovo con l’esecuzione della condanna a morte di 47 persone accusate di “terrorismo”. Fra questi vi è pure il dignitario sciita Sheikh Nimr al-Nimr, figura importante di contestazione contro il regime saudita.

L’annuncio delle esecuzioni è stato dato dal ministero degli interni. Subito dopo l’esecuzione, alla tivu è apparso il gran Mufti del paese, Sheikh Abdulaziz Al Al-Sheikh, che ha assicurato che le esecuzioni erano “giuste”.

Fra gli uccisi, 45 erano sauditi, uno era ciadiano e un altro egiziano. La personalità più in vista fra i giustiziati è Nimr al-Nimr, già sostenitore della brevissima “primavera araba” scoppiata nella regione orientale del regno saudita, e sedata nel sangue. La regione è a maggioranza sciita; da tempo gli sciiti lamentano di essere emarginati dal punto di vista politico ed economico.

Il suo arresto è avvenuto due anni fa; la sua condanna a morte lo scorso ottobre.

Egli era accusato di “rapporti con gli stranieri”, di disobbedienza al governo e di aver imbracciato le armi contro le forze di sicurezza. I suoi sostenitori affermano invece che Nimr al-Nimr ha sempre sostenuto solo manifestazioni pacifiche.

L’Iran, principale rivale dell’Arabia saudita nella regione, aveva già avvertito Riyadh che l’esecuzione di Sheikh Nimr sarebbe “costata molto cara” ai sauditi.

Quelle pubblicizzate oggi sono le prime esecuzioni del 2016. Lo scorso anno l’Arabia saudita ha eseguito più di 150 condanne a morte.